giovedì 16 dicembre 2010

È L'IGNORANZA CHE CREA LA VIOLENZA


Le manifestazioni di martedì sono state tantissime, molto partecipate e in molte città d'Italia.

Si sono svolte pacificamente, partecipate non solo dagli studenti ma da tutta la società civile.

Dal primo giorno di scuola gli studenti e le studentesse si sono mobilitati, non lasciando respirare un ministro e un governo che ha deciso di distruggere la scuola e l'università pubblica, di far pesare la crisi sui più deboli, di amministrare il nostro paese come se fosse un giocattolo ad uso e consumo di chi lo governa, di utilizzare il parlamento come un mercato del pesce e di legiferare sul nostro futuro senza consultarci.

Le pratiche che sono state utilizzate a Roma sono estranee al movimento studenesco, agli studenti e alle studentesse che ormai da mesi si mobilitano, occupando scuole ed università, unendosi in cortei, sit-in, flash mob, assemblee per urlare a voce sempre più altra la situazione ormai di totale precarietà delle nostre vite e la mancanza di una vera possibilità di costruirci un futuro.

La frustrazione e l'esasperazione sono forti, ma non per questo accettiamo di venire etichettati e strumentalizzati: torneremo nelle piazze nei prossimi giorni, manifestando un dissenso ormai implacabile, in maniera pacifica come abbiamo sempre fatto, portando in piazza gli studenti consapevoli di quello che potrebbe comportare questo ddl, una pietra tombale sull'universtà italiana, se venisse approvato, e ciò che ha comportato la riforma della secondaria.

Chiediamo alla politica di non utilizzare come capro espiatorio quello che è successo il 14 a Roma, ma di parlare e ragionare per una volta sulle ragioni delle nostre proteste e di fare in modo che la mobilitazione di migliaia di persone non passi in secondo piano rispetto agli scontri e ai danni causati da pochi.

I violenti non fanno parte del movimento studentesco, la violenza non è una nostra pratica.

Chiediamo a tutti gli studenti di appendere nelle loro classi e nei loro istituti la bandiera della pace, simbolo del fatto che sognamo un'Italia diversa, un'Italia dove la violenza e la logica della soppraffazione dei più forti sui più deboli venga abbandonata e dove si investano soldi nella scuola e nell'università pubblica e non negli armamenti.

Vogliamo ripensare il paese affinchè possa uscire realmente da una crisi non solo economica ma anche politica.

Crediamo che con questo semplice gesto si possa ribadire ancora una volta che solo la cultura e la conoscenza possono fermare il clima di tensione che vogliono creare nelle nostre città e nel nostro paese.