giovedì 16 dicembre 2010

È L'IGNORANZA CHE CREA LA VIOLENZA


Le manifestazioni di martedì sono state tantissime, molto partecipate e in molte città d'Italia.

Si sono svolte pacificamente, partecipate non solo dagli studenti ma da tutta la società civile.

Dal primo giorno di scuola gli studenti e le studentesse si sono mobilitati, non lasciando respirare un ministro e un governo che ha deciso di distruggere la scuola e l'università pubblica, di far pesare la crisi sui più deboli, di amministrare il nostro paese come se fosse un giocattolo ad uso e consumo di chi lo governa, di utilizzare il parlamento come un mercato del pesce e di legiferare sul nostro futuro senza consultarci.

Le pratiche che sono state utilizzate a Roma sono estranee al movimento studenesco, agli studenti e alle studentesse che ormai da mesi si mobilitano, occupando scuole ed università, unendosi in cortei, sit-in, flash mob, assemblee per urlare a voce sempre più altra la situazione ormai di totale precarietà delle nostre vite e la mancanza di una vera possibilità di costruirci un futuro.

La frustrazione e l'esasperazione sono forti, ma non per questo accettiamo di venire etichettati e strumentalizzati: torneremo nelle piazze nei prossimi giorni, manifestando un dissenso ormai implacabile, in maniera pacifica come abbiamo sempre fatto, portando in piazza gli studenti consapevoli di quello che potrebbe comportare questo ddl, una pietra tombale sull'universtà italiana, se venisse approvato, e ciò che ha comportato la riforma della secondaria.

Chiediamo alla politica di non utilizzare come capro espiatorio quello che è successo il 14 a Roma, ma di parlare e ragionare per una volta sulle ragioni delle nostre proteste e di fare in modo che la mobilitazione di migliaia di persone non passi in secondo piano rispetto agli scontri e ai danni causati da pochi.

I violenti non fanno parte del movimento studentesco, la violenza non è una nostra pratica.

Chiediamo a tutti gli studenti di appendere nelle loro classi e nei loro istituti la bandiera della pace, simbolo del fatto che sognamo un'Italia diversa, un'Italia dove la violenza e la logica della soppraffazione dei più forti sui più deboli venga abbandonata e dove si investano soldi nella scuola e nell'università pubblica e non negli armamenti.

Vogliamo ripensare il paese affinchè possa uscire realmente da una crisi non solo economica ma anche politica.

Crediamo che con questo semplice gesto si possa ribadire ancora una volta che solo la cultura e la conoscenza possono fermare il clima di tensione che vogliono creare nelle nostre città e nel nostro paese.

domenica 21 novembre 2010

27 novembre MANIFESTAZIONE NAZIONALE - Pullman dal Veneto per studenti


Il nostro autunno si è aperto in grande stile con le affollatissime piazze dell'8 ottobre, proseguendo la settimana successiva con la piazza del 16 insieme ai lavoratori metalmeccanici, in sostegno alle loro lotte.

Un altro passo decisivo l'abbiamo vissuto il 17 novembre, in occasione della giornata mondiale del diritto allo studio.

Ancora e ancora dobbiamo far sentire la nostra voce, la nostra protesta contro la "riforma" Gelmini
... è più ampia e vogliamo farci valere come generazione, una generazione che oggi ha solo conti salati da pagare e un futuro ostacolato dalla precarietà.

Noi non ci stiamo, vogliamo riprenderci ciò che ci viene tolto giorno dopo giorno, la speranza e la dignità di un lavoro sicuro, la possibilità di far valere il nostro percorso di studi superiore e universitario, vogliamo far contare la nostra voce,quella voce che viene volutamente confusa tra talk-show e prediche telesive che prendono in esame i giovani solo quando sono un problema di alcolismo o droghe.

Aderiamo alla manifestazione del 27 novembre perchè abbiamo bisogno di un futuro, abbiamo bisogno di riconquistarlo.

Insieme ai lavoratori, scenderemo per le strade di Roma a rivendicare il nostro diritto di dire la nostra, per farci sostenere anche da chi è un po' più grande di noi, uniti tutti insieme.

IN CASA SOTTO LO STESSO TETTO, IN PIAZZA SOTTO LO STESSO CIELO.


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INFO PER PULLMAN

Belluno: Francesco 3455861187

Conselve: Valeria 3467622371

Mirano: Marta 3409873692

Padova: Margherita 3489900988
Lucia 3403480401 (per universitari)

Rovigo: Francesca 3401707483

Treviso: Alberto 3489551503

Venezia-Mestre: Giulio 3292957430
Francesca 3337683144 (per universitari)

Verona: Alessandro 3476478409

Vicenza: Doris 3454558446

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APPELLO DELLA Cgil PER LA MANIFESTAZIONE

Il Futuro è dei giovani e del lavoro. Diritti e più democrazia

27 novembre - Manifestazione Nazionale - Roma

Per sostenere le lotte dei lavoratori e dei pensionati, e per guardare al futuro dei giovani, la CGIL promuove una grande manifestazione nazionale per il 27 novembre a Roma.

Una mobilitazione che segna un passaggio fondamentale nel grande impegno messo in campo dalla CGIL in questo autunno. Un impegno che ha visto la protesta di ampi settori della società: dal modo della conoscenza, a quello del pubblico impiego, per arrivare alla giornata di lotta dei metalmeccanici del 16 ottobre scorso.

Sabato 27 novembre, la CGIL chiama tutte e tutti a manifestare a Roma, per chiedere più 'diritti e più democrazia', per rimettere al centro il lavoro, la contrattazione, per rivendicare sviluppo, equità e giustizia sociale e per imporre scelte che facciano uscire il Paese dalla crisi.

Una crisi che per milioni di lavoratori si fa sempre più insostenibile.

Il Governo, accusa la CGIL, nei due anni trascorsi della crisi economica, non si è preoccupato né dell'emergenza occupazionale, né del rilancio del sistema produttivo, l'unica azione avanzata è stato il sistematico attacco ai diritti del lavoro.

Tanti i temi al centro della mobilitazione, innanzitutto il lavoro stabile e dignitoso, minacciato ancor più oggi dall'approvazione del 'collegato lavoro'; la riforma degli ammortizzatori sociali, da tempo proposta dalla CGIL, che possa tenere insieme inclusività, equità nella contribuzione e sostenibilità economica; la contrattazione, che sta subendo un gravissimo attacco con le scelte della FIAT, di Federmeccanica e del Governo.

Altri temi centrali: l'equità fiscale, il welfare, il Mezzogiorno, il diritto alla conoscenza.

Due i cortei previsti nella capitale, che partiranno alle ore 9 da Piazza della Repubblica e Piazzale dei Partigiani e che insieme confluiranno a Piazza San Giovanni.

Una manifestazione dopo la quale, come ribadito dal Comitato Direttivo del 16 e 17 settembre, “misurate le risposte”, la CGIL “deciderà la prosecuzione della mobilitazione ed il sostegno alla Piattaforma, anche attraverso lo Sciopero Generale”.

lunedì 15 novembre 2010

17 NOVEMBRE 2010 IL FUTURO E' ADESSO... RICONQUISTIAMOLO!


Da oltre 60 anni il 17 novembre è una data di grande valore simbolico per gli studenti: in quella data, infatti, centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti nel 1939.

Ma il 17 novembre è anche il giorno in cui gli studenti greci furono massacrati dai carri armati del regime ad Atene nel ’73.

Ed è infine il giorno in cui, ancora in Cecoslovacchia, il regime comunista represse duramente gli studenti che si opponevano al regime.

L’assemblea mondiale di Bombay del World Social Forum decise nel 2004 di ripristinare questa data della memoria e di renderla un momento importante di mobilitazione studentesca.

Oggi come ieri continuamo a mobilitarci!

Ecco la piattaforma:

IL FUTURO E’ ADESSO, RICONQUISTIAMOLO!

17 novembre giornata mondiale per il diritto allo studio.

Siamo studenti e studentesse a cui è stato promesso un futuro inesistente.

Il sogno di un’intera generazione è stato demolito: nel nostro paese istruzione e formazione non garantiscono un futuro.

La crisi globale si espande, i paesi europei investono sull’unica possibilità di ripresa: l’istruzione, la formazione, la ricerca, i saperi.

L’Italia continua a perseverare un piano anticrisi miope, che non guarda a chi la crisi la paga ogni giorno, perdendo il lavoro, entrando in cassa integrazione, riducendosi a lavorare in un call center dopo avere studiato per anni, non potendosi permettere di pagare gli studi.

La politica scellerata di questo governo fa della crisi un alibi.

Alibi per portare avanti un sistema che proprio dalla crisi è stato dichiarato fallimentare, che continua a far crescere il baratro fra i pochi ricchi di questo mondo e i poveri, sempre di più e in condizioni sempre peggiori.

Mentre in Italia assistiamo inermi ad un presidente del consiglio omofobo, sessista, colluso con la mafia, pedofilo che ha oltrepassato i limiti dell’indecenza, accompagnato da un governo razzista, autoritarista e populista, i nostri coetanei europei hanno deciso di non pagare la crisi, di ribellarsi, di bloccare i propri paesi per gridare la loro rabbia. È successo in Grecia, sta succedendo in Francia.

I nostri coetanei francesi in queste settimane stanno bloccando la Francia per non permettere al governo di affrontare la crisi penalizzando i più deboli, dividendo il paese, innalzando l’età pensionabile.

In Italia gli studenti scendono in piazza perché si muore sotto le macerie di edifici scolastici fatiscenti, perché cancellano le borse di studio, perché ci costringono a studiare in classi da 35 alunni, perché vogliono privatizzare gli atenei, perché i temi e i modi di ciò che ci insegnano non hanno niente a che fare con ciò che viviamo fuori dalle mura delle nostre scuole, rendendo il nostro diritto allo studio inaccessibile e il nostro percorso scolastico angosciante e privo di significato.

Scendiamo in piazza perché un ministro che ha fatto carriera con raccomandazioni e sotterfugi, continua a voler propinare al paese un progetto riformatore e di cambiamento basato sul merito e il rigore, fatto di 5 in condotta, di prestiti d'onore, di limite di assenze, di didattica e ricerca indirizzati da privati, di rimandati e bocciature, che, oltre gli spot, sta letteralmente portando al collasso i nostri atenei e le nostre scuole, eliminando tutte le risorse, cancellando di fatto l'istruzione pubblica dal nostro Paese.

In un Paese civile, anche attraversato da una crisi economica, uno studente viene considerato come una risorsa per il futuro.

Gli vengono forniti gli strumenti per crescere e dimostrare ciò che è, strutture scolastiche adeguate ad una formazione critica e rapportata al mondo esterno, borse di studio per permettergli di dedicarsi a tempo pieno agli studi universitari, un'offerta formativa che porti alla sua piena realizzazione perché possa mettere le sue conoscenze, le sue competenze e le sue capacità al servizio della società, attraverso un mondo del lavoro che lo accolga come valore aggiunto, implementando le competenze e le conoscenze acquisite negli anni.

Tutto questo significa prospettive di futuro, investimenti, sostegno ai giovani.

Scendiamo in piazza il 17 Novembre perché vogliamo un Paese civile, dove le priorità non sono la vita privata del Presidente del Consiglio ma le prospettive di futuro per un Paese dilaniato da una crisi economica. Abbiamo il diritto di guardare avanti, invece ci viene negata la possibilità di pensare al futuro.

Questo Governo sta facendo una scelta che ci porta indietro di decenni, portando avanti politiche sul diritto allo studio che guardano solo al futuro di pochi giovani provenienti da famiglie abbienti tagliando sul presente di tanti giovani e studenti che usufruiscono di sussidi dello Stato per potersi dedicare al proprio percorso formativo e alle proprie capacità.

Il nostro Paese ha bisogno di guardare alla conoscenza oltre la crisi, ha bisogno di una riforma complessiva dell'Università per superarne i mali e eliminare gli interessi particolari che ne affliggono le potenzialità, non una riforma fatta di spot che avvicina gli atenei agli interessi privati e li allontana dagli studenti e dall'interesse pubblico e sociale; di una copertura totale delle borse di studio per gli aventi diritto, garantendo a tutti la possibilità di mostrare le proprie capacità, non un taglio del 90% delle borse come contenuto nella legge finanziaria e la traduzione del diritto allo studio al debito del prestito d'onore come indicato nella riforma Gelmini; il nostro paese ha bisogno di una riforma complessiva del mondo della scuola, che parta dall’abrogazione dell’apprendistato per gli studenti e alla regolamentazione degli stage come momenti di alta formazione, dall’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni e la creazione del biennio unitario, dalle scuole aperte al pomeriggio che diventino centro di cambiamento e innovazione per quartieri, città e persone; di conciliare sapere e saper-fare creando delle scuole che formino cittadini e lavoratori, non manovalanza dequalificata senza diritti ne conoscenze.

Di valorizzare i giovani che intendono proseguire la carriera accademica, di portare gli studenti a guardare alla ricerca come un ambizione alta, di grande impegno e di grandi soddisfazioni, non come un percorso clientelare, in cui si mette a disposizione della società il proprio talento e si riceve in cambio il sacrificio di un futuro stabile.

Vogliamo avere le stesse possibilità dei nostri coetanei europei, di poter vivere e crescere in delle scuole pubbliche e accessibili a tutti, di poter spendere le nostre competenze in un paese che investe e crede nell’importanza dei giovani e dei saperi, di poter entrare in un mondo del lavoro fatto di diritti e non di ricatti, che non vede gli studenti come manovalanza ma che fa dei giovani lavoratori la prima risorsa dell’occupazione e non della disoccupazione.

Vogliamo poter essere studenti, essere giovani, essere cittadini. Vogliamo poter fare qualcosa per raggiungere i nostri sogni.

Non vogliamo più vivere in un Paese in cui milioni di studenti non hanno un futuro, in cui a 14 anni sai già che “non potrai”, non potrai finire gli studi, entrare all’università, lavorare, amare liberamente, avere una famiglia, avere una pensione.

Non potrai spendere nessuna delle cose che apprendi.

È in questo modo che il sapere e la conoscenza perdono significato.

È così che la scuola pubblica, l’università pubblica, la ricerca pubblica si svuotano di senso. È così che stanno distruggendo il nostro presente e dilaniando il nostro futuro.

È così che un’intera generazione viene condannata alla precarietà, precarietà come condizione di vita, di lavoro, di studi, di pensiero.

Vogliamo che finisca la retorica sul nostro futuro e sulle nostre condizioni:

Il nostro futuro è adesso, siamo qui, per riconquistarlo.


LISTA DELLE INIZIATIVE:

BELLUNO: banchetto con sound system in piazza

PADOVA: assemblea pubblica "la suola che vorremmo" – cinema Porto Astra – ore 17

ROVIGO: flash mob

TREVISO: assemblea pubblica "scuola e società: dove stanno andando?" - liceo "A. Canova", aula magna – ore 17.30

VENEZIA: corteo – stazione f.s., Mestre – ore 9

MIRANO: assemblea studentesca – liceo "Majorana – Corner"flash mob

VERONA: flash mob

VICENZA: flash mob

giovedì 11 novembre 2010

APPELLO RACCOLTA FONDI PER L'ALLUVIONE L’ALLUVIONE DISTRUGGE, NOI RICOSTRUIAMO!


Il nostro territorio è stato vittima di una calamità che ha colpito tutti: economie locali, affetti, case, sono stati spazzati via in poche ore, mostrandoci scene che mai avremmo potuto immaginare.

Tutto questo ha cambiato profondamente le nostre città, i nostri paesi, facendoci scoprire tuttavia una solidarietà straordinaria che ha visto cittadini di tutte le età, provenienze e culture contribuire uniti a rimettere insieme un’ immagine sepolta dal fango.

Dopo i primi giorni di emergenza, oggi abbiamo bisogno di aiuto, forse anche più di prima, per impedire che al fango fisico se ne sostituisca uno ben peggiore e più difficile da togliere: quello dell’indifferenza.

Noi della Rete degli Studenti Medi siamo e saremo fianco a fianco di chi ha subito danni nel padovano, nel vicentino, nella stessa Vicenza, nel veronese e in tutti i territori colpiti.

Chiediamo un contributo, anche piccolo, per ridare una speranza a chi sta aspettando una risposta.

Invitiamo tutta la popolazione, in particolare gli studenti, a partecipare alla raccolta fondi in favore degli alluvionati.

Facciamo della solidarietà la nostra unica bandiera.

Per chi poi volesse aiutare con un contributo di lavoro volontario nelle zone colpite dall’alluvione, siamo pronti a dare tutti i contatti per organizzarsi. In questi giorni sono stati tantissimi proprio i giovani scesi nelle strade, vanga in mano, a spalare metri di fango dalle case e dalle cantine.

Saremo direttamente nelle scuole a chiedere un aiuto per chi non ha la forza, in questo momento, di farsi sentire, ascoltiamo la richiesta che si sente, forte, di chi vuole poter tornare alla normalità.

Ricostruiamo ciò che l’alluvione ha distrutto.

RETE DEGLI STUDENTI MEDI VENETO

PER I VERSAMENTI:

Raccoglieremo direttamente nelle scuole del Veneto il contributo volontario per aiutare gli alluvionati. Tutti i soldi raccolti verranno poi da noi versati sui Conti Correnti Istituzionali attivati per l’occasione.

Versamenti diretti possono essere fatti presso il seguente conto corrente:

IT 22 J 05040 11810 000000796752

Rete degli Studenti Medi Veneto – Banca Antonveneta - Vicenza Sede

causale: aiuti per alluvione – nome scuola – città


Di seguito i conti su cui faremo confluire i versamenti in proporzione ai danni subiti:

Vicenza: Comune di Vicenza – Conto alluvione 2010 Città di Vicenza

IBAN: IT57C0572811810010570747633 Banca Popolare di Vicenza


Padova:
Comune di Padova – Solidarietà alle famiglie padovane alluvionate

IBAN: IT70U0622512186100000000107 Cassa di Risparmio del Veneto


Verona: Provincia di Verona – Conto Caritas Diocesana Veronese

IBAN: IT10I0200811770000005616284 Unicredit Verona Sede

martedì 9 novembre 2010

ANTIFASCISTI SEMPRE!


La Rete degli Studenti Medi di Treviso condanna le dichiarazioni riportate sul nuovo materiale propagandistico di Lotta Studentesca.

Il punto 4 di un volantino da loro firmato e fatto circolare in città annuncia:

Di voler rivoluzionare il piano di studi relativi alla letteratura e alla storia poichè trova inconcepibile che si tratti il periodo del novecento per tutto il terzo anno di triennio. Ritiene infatti che ciò lasci spazio alla faziosità antifascista di docenti e libri di testo".

Premettendo che nella quasi totalità delle classi finali dei Licei è difficilissimo arrivare ad affrontare compiutamente tutto il 900, una pagina di storia già difficile da comprendere nei sui limiti cronologicamente poco definiti e ancora apertissima nelle sue cicatrici non del tutto rimarginate, riteniamo GRAVISSIMO che si possa rilasciare materiale partitico che richiama apertamente agli anni più bui e terribili di quel 900 che evidentemente non piace studiare a chi come queste persone "non si dichiara antifascista".

Blaterando in questi termini Lotta Studentesca offende chi ha combattuto per donare anche a loro e ai loro compari la Libertà di cui aprofittano; offende le centinaia di morti che la Resistenza Trevigiana ha dovuto seppellire; offende i missionari religiosi e i laici che hanno protetto mettendo a repentaglio la propria vita migliaia di persone che altrimenti sarebbero state deportate nei campi di sterminio Nazisti e Fascisti; offende la totalità dei cittadini della nostra città e del nostro Paese, che fonda la sua essenza democratica sulla Costituzione della Repubblica Italiana, una Costituzione compiutamente antifascista, basata sulla ferma condanna alle discriminazioni, all' accentramento del potere, alle aggressioni alle autonomie sociali, alla guerra come strumento di prevaricazione sugli altri popoli.

Evidentemente c'è chi si dimentica di queste cose, con la precisa volontà di ripristinare i pestaggi a chi la pensa in maniera diversa, a chi vive la vita in maniera diversa, a chi crede in una divinità diversa, a chi ha un orientamento sessuale diverso.

Chi persegue un' azione politica di questo tipo, legittimata dalla faziosità dell' antifascismo, prima ancora di essere un becero Nostalgico del Ventennio, è un vile.

Rete degli Studenti di Treviso

giovedì 21 ottobre 2010

CANTIERI DEI SAPERI: Verso il 17 Novembre


L’8 ottobre 300.000 studenti hanno bloccato l’Italia rivendicando una scuola e un paese diverso.

Abbiamo dimostrato al governo e alla Gelmini che non accettiamo di vedere le nostre scuole distrutte da tagli scriteriati.

Dal primo giorno di scuola gli studenti hanno dichiarato guerra a chi considera le nostre vite un capitolo di bilancio da tagliare per far cassa e a chi ci sta consegnando un futuro e un presente fatti di precari...età e incertezza.

Ora è il momento di non fermarsi. Dobbiamo farci promotori di un cambiamento reale.

I “cantieri dei saperi” prenderanno vita in questi giorni nelle nostre scuole e nelle nostre città, tramite autogestioni, coogestioni, occupazioni, assemblee d’istituto e cittadine, flash mob, manifestazioni, sit-in.

I “cantieri dei saperi” sono uno strumento per cambiare le nostre scuole dal basso, per ridare senso a quegli edifici unendo protesta e conflitto ad una proposta reale, non calata dall’alto ma pensata da chi la scuola la vive ogni giorno e vuole ricostruirla davvero.

Sono dei laboratori in cui va ripensata la scuola partendo dalle strutture, dalla didattica alternativa, passando per una nuova idea di rappresentanza e di partecipazione, per costruire un diritto allo studio reale per interrogarci sui temi dell’integrazione, della legalità della laicità ecc...

Vogliamo ripartire dalla scuola e dai saperi per ricostruire un’Italia ormai alla deriva, per riprenderci degli spazi in cui costruire una democrazia reale e partecipata, per riportare al centro i diritti e i saperi come strumento per uscire dalla crisi economica, politica e democratica del nostro Paese.

Vogliamo portare in piazza il 17 novembre un’idea di scuola pensata da chi la vive, con una piattaforma partecipata che dia ancora più forza al fronte di difesa della scuola pubblica che è sceso in piazza l’8 ottobre.

Studenti, docenti, precari, genitori, sono gli unici che insieme possono realmente cambiare e ripensare una scuola pubblica in ginocchio.

Il 30 ottobre saremo in piazza a Napoli con i precari della scuola, costruendo il 29 momenti di partecipazione, cortei e flash mob con lo slogan “siamo il cambiamento che stavamo aspettando, cantieri dei saperi verso il 17 novembre” per dare più forza alla voce di chi pretende un futuro e un presente fatto di certezze e non di precarietà.


Siamo il cambiamento che stavamo aspettando.


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http://www.retestudentiveneto.it/

redsveneto@gmail.com

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www.retedeglistudenti.it

retedeglistudentimedi@gmail.com

giovedì 14 ottobre 2010

PULLMAN PER LA MANIFESTAZIONE DEL 16 OTTOBRE A ROMA


Dopo la grande giornata di mobilitazione studentesca dell'8 ottobre, scendiamo a Roma fianco a fianco dei lavoratori per sostenerli nella loro lotta e per portare il nostro contributo alla manifestazione!

Per info sul pullman : 3476478409

Per conoscere meglio le motivazioni del 16 ottobre, ecco i link:


IL LAVORO E' UN BENE COMUNE

http://www.fiom.cgil.it/puntofiom/10_09_09-puntofiom-5.pdf


MANIFESTIAMO PER I DIRITTI
http://www.fiom.cgil.it/puntofiom/10_09_15-puntofiom-6.pdf


MANIFESTIAMO PER LA DEMOCRAZIA
http://www.fiom.cgil.it/puntofiom/10_09_23-puntofiom-7.pdf


MANIFESTIAMO PER IL LAVORO
http://www.fiom.cgil.it/puntofiom/10_10_01-puntofiom-8.pdf



IL PERCORSO DEL CORTEO
http://www.fiom.cgil.it/eventi/2010/10_10_16-manifestazione_nazionale/informazioni.htm

sabato 9 ottobre 2010

RIGUARDO AI FATTI RIPORTATI SU ALCUNI GIORNALI E REPLICA AGLI STUDENTI DI ALTERNATIVA STUDENTESCA - POPOLO DELLA LIBERTA'


La Rete degli studenti medi del Veneto a seguito della mobilitazione nazionale avvenuta ieri in tutte le piazze del Veneto, 8 ottobre 2010, ci tiene a sottolineare come alcuni eventi che sono stati riportati sui giornali (i due studenti caduti in coma etilico a Venezia e la rissa scatenatasi a Treviso) siano stati casi estranei alla mobilitazione stessa.

Gli orari in cui tali avvenimenti incresciosi si sono verificati erano lontani dalla fine della mobilitazione nelle città di Venezia (12.30) e Treviso (4.30); anche nell’ipotesi in cui tali fatti siano lontanamente collegabili ai manifestanti, ci rincresce che ad essi venga dato risalto ai fini della notizia, un risalto che dal nostro punto di vista è esclusivamente strumentale e che tenta di offuscare i reali contenuti portati avanti dalla manifestazione.

E’ un offesa per le migliaia di ragazzi che sono scesi in piazza ieri e le cui motivazioni erano ben altre.

Se ieri siamo scesi in piazza non era né per scatenare risse, né per ubriacarci ed “eccedere”; se siamo scesi in piazza ieri era per difendere il nostro futuro da una manovra di Governo che lo sta distruggendo. Se questo è un eccesso, allora siamo felici di aver fatto questo eccesso.

Vorremmo inoltre replicare alle dichiarazione fatte dagli studenti del PDL : il nostro non è stato uno spettacolo imbarazzante, bensì una grande dimostrazione di responsabilità portata avanti da migliaia di studenti che sono scesi in piazza consapevoli del motivo per cui lo facevano.

Se merito significa lasciare indietro chi ha difficoltà anche economiche, ci sentiamo di dire che la concezione portata avanti dagli studenti del PDL è una concezione distorta e allarmante; se razionalizzare significa svuotare completamente le possibilità e le peculiarità didattiche delle diverse scuole, togliendo di fatto i fondi e trasformando una scuola pubblica e aperta a tutti in una scuola di fatto privata, si dimostra lo scollegamento dalla realtà di chi ha questa visione.

Tagliare 8 miliardi di euro non è razionalizzare, è privarci di una scuola pubblica che dia pari possibilità e opportunità a prescindere dalle condizioni economiche.

Per quanto riguarda gli atti di violenza a cui gli studenti del PDL si riferiscono vorremmo sottolineare che la Rete degli studenti medi ha sempre dimostrato di essere un’associazione non violenta e ha sempre condannato ogni forma di violenza proveniente da ogni parte politica, di destra e di sinistra.

Ci teniamo inoltre a sottolineare che la strumentalizzazione di alcuni atti violenti portati avanti da pochi prescindono dalla grande mobilitazione pacifica che si è verificata ieri.

Gli studenti sono scesi in piazza per difendere il proprio futuro anche in nome di chi ieri non c’era.

venerdì 8 ottobre 2010

"DISTRUGGONO LA SCUOLA, MA NON I NOSTRI SOGNI!” la Rete degli Studenti Medi Veneto torna in piazza


Oggi, 8 ottobre 2010, gli studenti sono scesi in piazza con la Rete degli Studenti Medi del Veneto per dire no a questa riforma e per lanciare un nuovo anno di mobilitazione.

Al grido di “DISTRUGGONO LA SCUOLA, MA NON I NOSTRI SOGNI” migliaia di studenti hanno invaso le strade e le piazze dei capoluoghi del Veneto.

I numeri parlano chiaro, tutte le scuole della regione erano praticamente vuote e i cortei, pacifici e colorati, pieni di studenti : 6000 a Padova, 5000 a Venezia e Treviso, 4000 a Vicenza, 1000 a Verona e 800 a Belluno.

La contestazione ha ottenuto pari successo anche nel resto d’Italia: 80 provincie sono scese in piazza con la Rete.

“Oggi abbiamo dato un grande messaggio di cambiamento a tutti coloro che ci accusano di essere faziosi e facinorosi- afferma da Venezia Marco Zabai, coordinatore regionale della Rete – da queste piazze parte un percorso all'interno dei nostri istituti per elaborare proposte, idee e spunti per una scuola nuova e diversa.

Gli studenti ancora una volta hanno saputo dare la risposta giusta al momento giusto.”

Gli studenti non riescono più a sostenere l’indifferenza del governo rispetto alla situazione disastrosa che i tagli stanno provocando nelle scuole.

Il ministro Gelmini continua ad ostentare sufficienza nei confronti del nostro movimento.

Ha dichiarato che quelli degli studenti sono soltanto vecchi slogan, sostenendo che il movimento sia pilotato da forze che vogliono usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra.

Nulla di più falso: la nostra è una protesta apartitica e trasversale, propositiva e innovativa proprio perché così estesa.

Pretendiamo di essere ascoltati e di ottenere una scuola effettivamente di qualità e a misura di studente.

Non solo mirabolanti dichiarazioni.

Oggi abbiamo indossato i caschetti gialli: forti delle nostre proposte, infatti, vogliamo ricostruire la scuola, la nostra scuola. Una scuola che deve essere gratuita, in cui venga garantito il diritto allo studio, laica, multiculturale, con professori motivati e preparati, con una didattica innovativa.

Con noi sono scesi in piazza anche l'Unione degli Universitari, l'FLC – Cgil e anche varie delegazioni della FIOM - Cgil, a dimostrazione del fatto che non è solo la scuola superiore che deve essere riformata, ma tutta la società.

Per questo abbiamo ribadito in piazza il nostro sostegno alla manifestazione del 16 ottobre a Roma.

Questa giornata può essere ricordata come una delle più belle delle mobilitazione organizzate dalla Rete degli Studenti Medi in Veneto.

martedì 28 settembre 2010

DISTRUGGONO LA SCUOLA, MA NON I NOSTRI SOGNI - 8 OTTOBRE 2010 – MOBILITAZIONE STUDENTESCA NAZIONALE


Siamo studenti e studentesse a cui hanno tolto la scuola e il futuro.

Ci hanno lasciato le macerie di una scuola sempre più insicura e precaria.

I tagli della 133 , non sono più delle cifre immaginarie, ma la realtà che ogni giorno viviamo nelle nostre scuole.

Tagliando 8 miliardi di euro hanno distrutto le nostre scuole, facendole diventare dei luoghi vuoti, privi di una funzione sociale.

La scuola che ci hanno lasciato è una scuola che ci dà sempre meno, che non ci da opportunità difuturo, ma che ci chiede sempre di più: dobbiamo pagare corsi di recupero e attività integrative, contributi “volontari” altissimi, essere a posto con il saldo dei debiti a fine anno e fare attenzione alla roulette del voto in condotta e delle troppe assenze.

La Gelmini e Tremonti giustificano la loro opera distruttiva dicendo che in un periodo di crisi come questo bisogna tagliare tutto il possibile. Noi però non crediamo che le nostre scuole possano essere gestite come delle aziende in dissesto economico, né che si possano considerare il sapere e l’istruzione come dei capitoli di bilancio sui quali tagliare per far cassa.

Scuola, università e ricerca sono oggetto di tagli indiscriminati da parte del governo, mentre la Gelmini dice che tutto ciò è per la qualità e il merito, noi vediamo solo meno ore, meno laboratori, meno diritti, meno insegnanti preparati e scuole che funzionano peggio.

Crediamo fortemente che tagliare sui saperi sia una scelta, non una necessità, scelta dettata dall’esigenza di questo governo di eliminare qualsiasi alternativa culturale e pensiero critico in questo paese, ad eliminare gli unici luoghi in cui ancora si può discutere e creare cambiamento.

È per questo che a chi ci dice che non ci sono soldi, rispondiamo che il nostro paese spende 23 miliardi nell’apparato militare; 5 miliardi per le grandi opere, 700 milioni l’anno per le scuole paritarie e 20 milioni per campi di addestramento alla guerra per studenti.

Noi chiediamo che questi soldi vengano reinvestiti su di noi, sul nostro futuro, sulle nostre vite.

Chiediamo:

DIRITTO ALLO STUDIO

Le spese a carico dei studenti e delle famiglie quest’anno hanno raggiunto cifre esorbitanti, fra il costo dei libri (in media 400 euro a studente), quello dei trasporti, i corsi di recupero e le attività extracurriculari a pagamento, frequentare la scuola è diventato un privilegio di pochi.

In un contesto di crisi economica che ha impoverito le nostre famiglie, tolto il lavoro ai nostri genitori, ridimensionato le basi sulle quali costruire i nostri sogni, dare a tutti l’opportunità di avere un’istruzione di qualità ci sembra l’unica alternativa possibile per uscire dalla crisi.

Per questo chiediamo misure straordinarie di sostegno al reddito per consentire a tutti di studiare e raggiungere i più alti livelli di istruzione, che preveda un finanziamento di almeno 150 milioni per finanziare borse di studio e corsi di recupero e che si lavori insieme con le componenti della scuola per una legge quadro nazionale sul diritto allo studio che limiti la dispersione scolastica e faciliti l’accesso all’istruzione di tutti e tutte.

EDILIZIA SCOLASTICA

Il 40% degli edifici scolastici è stato costruito fra il 1940 e il 1974 e necessita di misure urgenti d’intervento, ma non ci sono neanche i soldi per la manutenzione. Chiediamo che vengano modernizzate le strutture, creati i laboratori e le palestre (assenti nel 45% degli istituti), che venga istituita un’anagrafe nazionale sull’edilizia scolastica e che ci sia un investimento straordinario triennale di 20 miliardi perché nessuno deve mai più morire sotto le macerie di una scuola!

BASTA AL FALSO MERITO

La Gelmini dice di aver creato la scuola del rigore e del merito, ma il nuovo sistema di valutazione produce distorsioni e ingiustizie e spinge molti ad abbandonare precocemente gli studi.

Il voto in condotta e il nuovo sistema di accesso all’esame di stato sono solo delle operazioni demagogiche e inutili, che ci riempiono di rabbia se consideriamo quali sono i veri sistemi con cui nel nostro Paese si fa carriera: non il merito ma le raccomandazioni e i favoritismi!

Diciamo basta alle storture della riforma della valutazione, della terno al lotto per accedere alle università a numero chiuso, vogliamo una valutazione che valorizzi davvero il merito e ci aiuti a crescere e non che ci costringa ad abbandonare il nostro percorso di studi!

VOGLIAMO UNA DIDATTICA NUOVA!

Con la finta riforma della secondaria vengono eliminate le sperimentazioni, ridotte le ore, eliminate materie.

Questo riordino ha lasciato le scuole nel caos, cambiando tutto per non cambiare niente. Chiediamo che venga riformato il sistema con l’introduzione del biennio unitario.

Chiediamo una didattica nuova, che abbandoni il sistema delle lezioni frontali e che investa nelle nuove tecnologie.

Chiediamo che venga abbandonata l’idea che gli istituti tecnici e professionali sono scuole di serie B.

Pretendiamo invece che vengano incentivati i sistemi di alternanza-scuola lavoro e che venga cancellata la possibilità di assolvere l’obbligo scolastico mediante l’apprendistato.

Crediamo che l'obbligo scolastico debba essere alzato fino ai 18 anni in modo da contrastare la dispersione scolastica e favorire l’istruzione nel nostro paese.

PIU’ DEMOCRAZIA, NO ALLA PRIVATIZZAZIONE

Il governo toglie soldi alle scuole e fa provvedimenti per aprire le scuole al finanziamento degli enti locali e dei privati.

Chiediamo che venga eliminato il comitato scientifico, che lascia in mano agli imprenditori e ai privati le nostre scuole, e che venga implementata la rappresentanza studentesca e non smantellata come stanno facendo.

Pretendiamo che ci sia un finanziamento immediato di almeno 10 milioni di euro per le consulte studentesche, le associazioni e i progetti portati avanti dagli studenti per gli studenti.

NO AI LICENZIAMENTI

La Gelmini dice che gli insegnati sono troppi, per questo lascia senza lavoro oltre 25000 precari, per la maggior parte nuovi insegnanti più formati di quelli attuali che rimangono alla porta.

Peccato che nelle nostre scuole gli insegnanti più che essere troppi sembrano pochi, visto che non si riescono a realizzare corsi di recupero, attività alternative o a tenere aperte le scuole il pomeriggio.

Non accettiamo questo licenziamento di massa, chiediamo insegnanti preparati e con un contratto a tempo indeterminato per avere una continuità nella didattica, primo presupposto per riuscire ad innovarla.

NO ALLE DISCRIMINAZIONI

Nella finanziaria 2010 vengono azzerate tutte le forme di sostegno per gli studenti affetti da disabilità.

Questo, unito a provvedimenti populisti e razzisti come il tetto del 30% per gli studenti migranti, ci fa capire come vogliono farci vivere in scuole razziste e non inclusive.

Chiediamo un finanziamento di almeno 100 milioni di euro per progetti di integrazione dei nuovi cittadini.

QUALITA’= FINANZIAMENTI

Senza finanziamenti adeguati non c’è nessuna riforma possibile, ci sono solo tagli mascherati da novità inesistenti.

Una scuola libera, dove ognuno può esprimersi e realizzare i propri sogni è il presupposto per un futuro libero, libero dalle catene del precariato, del lavoro nero, dello sfruttamento e dell’ignoranza.

È per questo che pretendiamo che l’investimento nei settori della conoscenza sia aumentato almeno a livello di quello degli altri Paesi europei!

lunedì 27 settembre 2010


(clicca sull'immagine per ingrandire)

sabato 25 settembre 2010

CHIEDIAMO SCUOLE E CULTURA, CI DANNO ARMI


Disgustoso insegnare la guerra nelle nostre scuole

La firma del protocollo “allenati alla vita” siglato tra la direzione scolastica della Lombardia e il comando militare dell'Esercito non è che un ulteriore tassello della politica che sta portando avanti questo governo.

Non è infatti un caso che un protocollo, per il momento regionale, che vede entrare nelle scuole l'esercito e il rigore militare sia supportato dal Ministro della difesa e il Ministro dell'istruzione.

Si delinea la chiara intenzione di allargare, in un futuro sicuramente prossimo, la materia para-militare a livello nazionale.

Mentre il Ministro Gelmini continua a tagliare i fondi dell'istruzione pubblica, dicendo che c'è bisogno di riequilibrare gli sprechi che ci sono nel settore più importante per costruire una futura cittadinanza consapevole, permette che in una regione del nostro Paese avvenga il finanziamento, da parte della direzione scolastica della Lombardia, di una materia che di formativo dal punto di vista didattico non ha nulla se non abituare gli studenti a seguire gli ordini e non a contraddire ciò che ci viene detto “dall'alto”.

Gli ideatori di questa follia, cercano di giustificare questo progetto neo-fascista sostengono che il lavoro di gruppo, creato intorno all'uso di pistole ad aria compressa, possa portare al contrasto del bullismo, ma non è sicuramente questo il modo per contrastare questo fenomeno, anzi questo serve soltanto ad istigare alla violenza.

Inoltre mentre il Ministro dell'istruzione continua a elogiare la sua finta riforma del sistema d'istruzione tagliando materie fondamentali, licenziando precari e docenti, mettendo a rischio la vita degli studenti ogni giorno costringendoli a seguire lezioni in aule superaffollate, distruggendo il futuro di migliaia di studenti non garantendo una formazione di qualità, si preoccupa di garantire che a centinaia di studenti lombardi venga insegnato a sparare e a fare la guerra, non è accetabile.


domenica 19 settembre 2010

ZAIA NON VOGLIAMO DELLE BIBBIE MA UNA SCUOLA DECENTE!


E’ molto triste vedere che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sia più preoccupato di fare bella figura con il Vaticano piuttosto che limitare i danni fatti dalla riforma scolastica della Gelmini.

D’altronde, non possiamo biasimarlo, in quanto è stato proprio il Ministro della Pubblica Istruzione a pronunciare la proposta più “devota” del millennio: una Bibbia per ogni studente!

Non c’è quindi da stupirsi che anche qui in Veneto i colleghi di maggioranza facciano eco immediato alle sparate della Gelmini.

Dobbiamo ricordare che l’Italia è uno stato laico non confessionale? Dobbiamo ricordare che è sulla Costituzione e non sulla Bibbia che Zaia ha prestato giuramento?

A parte questi due aspetti non affatto secondari perché la Regione intende finanziare l’acquisto di bibbie e non investire nella terza area per gli istituti professionali?

Hanno appena deliberato che saranno le famiglie a prendersi il costo della terza area (variabile dai 300 ai 600 euro), forse è per concretizzare la Trasfigurazione della scuola pubblica in semi-privata?

In questo momento noi studenti non abbiamo bisogno di un testo sacro, a meno che la preghiera non salvi gli studenti dal crollo dei soffitti delle scuole o dai tetti in amianto, per cui il vero miracolo è non prendersi un cancro.

Eppure su questo, Zaia ha fatto voto di silenzio.



sabato 18 settembre 2010

8 OTTOBRE SCIOPERANO ANCHE GLI INSEGNANTI !


PER L'8 OTTOBRE 2010, LA FLC CGIL HA PROCLAMATO UNO SCIOPERO NAZIONALE IN TUTTI I COMPARTI DELLA CONOSCENZA

Come preannunciato, nelle prossime settimane entrano nel vivo alcune delle iniziative di mobilitazione del nostro sindacato.

Un appuntamento importante sono le ore di sciopero che saranno attuate in maniera articolata fino a dicembre 2010. Inizialmente sarà interessata la prima ora di lezione per i docenti della scuola, la prima ora di attività per i docenti universitari e ricercatori, la prima ora di servizio per il personale ausiliario-tecnico-amministrativo.

La prima ora di sciopero sarà effettuata per tutti i comparti l'8 ottobre - inizialmente previsto per il 4 ottobre - successivamente saranno attuati scioperi ad intermittenza ogni quindici giorni.

Nota. Lo spostamento della data dello sciopero da lunedì 4 ottobre a venerdì 8 si è resa necessaria a seguito dei rilievi mossi dalla Commissione di garanzia sul diritto di sciopero (concomitante indizione di uno sciopero da parte di altra sigla sindacale).


Il quadro della situazione

I tagli pesantissimi a scuola, università, ricerca e Afam, il netto peggioramento della qualità del lavoro nelle scuole non statali e la crisi devastante della formazione professionale richiedono risposte di lotta all’altezza dello scontro.

L’apertura del nuovo anno scolastico avviene in una situazione di incertezza il cui dato incontestabile è quello di un netto impoverimento della qualità dell’offerta formativa.

Il disegno di legge Gelmini sull’università e l’attacco agli enti di ricerca, veicolato dalla legge di riordino e dagli altri provvedimenti, stanno compromettendo già ora la funzione di queste istituzioni.

I sistemi di istruzione formazione e ricerca sono sempre più al centro di un processo di smantellamento della centralità del ruolo pubblico con la chiara intenzione del Governo di favorire un esteso processo di privatizzazione dei saperi. Si vuole tornare indietro nel tempo non garantendo più a tutti l’accesso all’apprendimento come sancito dalla nostra Costituzione.

Vi è anche il tentativo di restringere gli spazi di democrazia nei nostri comparti per affermare logiche autoritarie, centralistiche e burocratiche che intendono cancellare la libertà d’insegnamento e di ricerca, la laicità e l’autonomia delle scuole, delle università e degli enti di ricerca pubblici.

Ciò che accade nei comparti della conoscenza è lo specchio di una idea regressiva di società e di relazioni sociali che questo Governo e Confindustria vogliono imporre.

Le vicende di Pomigliano e la disdetta del contratto dei metalmeccanici configurano una lacerazione profondissima delle regole democratiche e il venir meno del carattere universale dei diritti sociali e degli istituti contrattuali.

Il blocco dei contratti e delle carriere per tre anni, la legge Brunetta, il congelamento degli scatti di anzianità nella scuola con l’intenzione di cancellarli definitivamente, fanno parte integrante dello stesso disegno teso alla distruzione del sindacato confederale.

L'obiettivo è l'eliminazione di ogni dissenso rispetto alla devastazione sociale che s’intende affermare nel nostro Paese.

Anche per queste ragioni occorre rinnovare le Rsu, quale risposta coerente e decisa al restringimento degli spazi di democrazia nel lavoro e per recuperare ogni spazio possibile di contrattazione sui posti di lavoro.

Dobbiamo difendere le regole democratiche nel pubblico impiego quale condizione per una loro estensione nei settori privati.

Ogni lavoratrice e lavoratore deve avere il diritto di votare le piattaforme rivendicative e le intese e non può essere il Governo e il padronato a scegliersi i sindacato con cui trattare.

Nei settori della conoscenza stiamo vivendo una vera e propria emergenza occupazionale a causa delle politiche del duo Tremonti-Gelmini.

Oltre al licenziamento di decine di migliaia di lavoratori hanno provocato un'ulteriore processo di precarizzazione.

Fondamentale è la mobilitazione dei precari e bisogna sostenerla con determinazione, dalla scuola all’università, dalla ricerca all’Afam, dalle scuole non statali alla formazione professionale. Le tante precarietà vanno ricomposte in un disegno generale unitario che sappia coniugare la cancellazione della precarietà con i necessari cambiamenti che assicurino maggiore qualità ai nostri comparti.

Altrettanto importante è la protesta dei ricercatori universitari che, assieme ai precari e agli studenti, rappresentano le categorie più colpite dal disegno di legge gelmini. La FLC sostiene questa mobilitazione ritenendola centrale per riaprire una discussione pubblica sul ruolo dell’Università e contrastare le politiche scellerate del governo.

Negli enti di ricerca, e in particolare al CNR, è in corso una iniziativa unitaria che sarà rilanciata e intensificata nei prossimi giorni con un appuntamento nazionale.


Le priorità della FLC CGIL...

In questo quadro pesantemente negativo la FLC CGIL conferma l’agenda delle sue priorità

  • Blocco dei tagli per tornare ad investire in tutti i comparti della conoscenza
  • Sostegno al ruolo pubblico
  • Superamento del precariato in tutti i comparti pubblici e privati
  • Riconquista del contratto nazionale e del diritto alla contrattazione decentrata
  • Difesa delle regole democratiche e della rappresentanza in tutti i settori pubblici e loro estensione nei settori privati
  • Rilancio del sistema pubblico di ricerca
  • Costruzione di un sistema nazionale della formazione professionale

...e il percorso di mobilitazione

La FLC CGIL mette al centro della propria mobilitazione la qualità e la stabilità del lavoro per governare i necessari processi di cambiamento dei nostri comparti, dando così un anima ed un filo logico alle nostre rivendicazioni e ponendo le premesse per un nuovo patto generazionale che abbia come pilastri e in rapporto inscindibile, diritto allo studio, Welfare studentesco e qualità del lavoro.

La proclamazione dello sciopero nazionale deve essere quindi parte integrante di un percorso di lotte che deve intrecciare una forte iniziativa sui posti di lavoro e sul territorio con le scadenze nazionali dei prossimi giorni:

  • Assemblea delle Rsu di tutto il pubblico impiego il 24 settembre,
  • giornata di mobilitazione europea del 29 settembre, caratterizzata per la CGIL con il tema della precarietà nel mondo della conoscenza,
  • sostegno alla manifestazione dei metalmeccanici del 16 ottobre,
  • sostegno alle manifestazioni degli studenti,
  • le diverse iniziative sul precariato,
  • assemblee nel primo giorno di scuola,
  • la settimana di mobilitazione nelle Università, a partire dal 4 ottobre, e degli enti di ricerca pubblici.

Il prossimo direttivo valuterà l’ipotesi di convocare una grande manifestazione nazionale nei primi giorni di novembre.

L’intero nostro programma dovrà avere forti connotati confederali ricercando il massimo di convergenza con tutte le categorie della CGIL, a partire dalla FP, e saranno tappe importanti delle iniziative che saranno decise dal Comitato direttivo della confederazione del 16 e 17 settembre.

La convocazione degli Stati generali, il cui lavoro preparatorio è già partito, sarà fondamentale per proporre al Paese una proposta alternativa per uscire dalla crisi, attraverso la centralità della conoscenza come la più importante risorsa per lo sviluppo economico e sociale, costruendo una rete larga di alleanze sociali e politiche.

Fonte: www.flcgil.it

martedì 14 settembre 2010

VERSO LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DELL’ 8 OTTOBRE 2010


STUDENTI UNITI PER "TUTTA UN’ALTRA SCUOLA"


Siamo gli studenti che in questi anni hanno protestato contro la demolizione della scuola pubblica.

Siamo “i bulli”,” i faziosi”, “i facinorosi”, “gli assenti”, “quelli capaci di urlare solo dei no” e qualsiasi altro insulto possa essere inventato da chi non conosce né sa ascoltare il mondo della scuola.

Siamo quelli del 5 in condotta.

Siamo quelli che si vedranno stipati in edifici cadenti e pericolosi in gruppi di 30 per classe.

Siamo quelli che l’inglese e i laboratori se li sognano.

Siamo quelli che pensano che una bocciatura non sia una vittoria, simbolo del rinato rigore, ma una grande sconfitta.

Siamo quelli che non sono ascoltati, ma che ascoltano.

Siamo quelli che non sono visti, ma che vedono.

Siamo quelli che lo stato ritiene meno importanti di una serie di cacciabombardieri.

Siamo quelli che si sono visti negare in ogni modo possibile il diritto allo studio.

Siamo quelli che valorizzano l’andare in un istituto tecnico o in uno professionale.

Siamo quelli che preferirebbero non possedere più un tetto in amianto che avere un tetto del 30% per gli immigrati in classe.

Siamo quelli che sanno che “la più grande riforma dai tempi di Gentile” è solo un inutile riordino.

Siamo quelli che vogliono cambiare, veramente, la scuola.

Siamo quelli che vogliono il biennio unitario, la riforma dei programmi, un nuovo tipo di valutazione, più democrazia nelle scuole, l’abbandono della logica aziendale fin qui tenuta dal governo.

Noi siamo quelli che l’8 OTTOBRE scenderanno in piazza in tutto il Veneto e in tutt’Italia per proporre una scuola diversa da quella che si sta profilando, una scuola aperta, laica, democratica, plurale, una scuola veramente di tutti e per tutti.

Invitiamo quindi gli studenti di tutta la nostra regione ad unirsi a noi in quel giorno, per dimostrare che gli studenti amano la propria scuola e che vogliono essere i primi protagonisti e le prime voci di un cambiamento, uno vero, che ci veda coinvolti come soggetti attivi e consapevoli.

Costruiamo e proponiamo insieme TUTTA UN’ALTRA SCUOLA.

sabato 11 settembre 2010

venerdì 10 settembre 2010

VENEZIA NON HA PAURA


A Venezia nei giorni 10-11-12 settembre si svolgerà in Campo San Giacomo dell'Orio un happening dal titolo "Venezia non ha paura".

Incontri, dibattiti, cultura e spettacoli animeranno le tre giornatesui temi: ambiente e territorio ("l'erba ha voglia di vita"), migrazioni ("U stisso sangu") ed esperienze di buone pratiche collettive di solidarietà e partecipazione ("L'Italia non ha paura").

Abbiamo scelto il tema della paura perchè intorno a paure agitate fioriscono risposte sicuritarie. La paura è uno spettro che si autogiustifica, che fa leva sull'insicurezza del nostro tempo forzandopolitiche roboanti quanto inefficaci.

Da quando questo tema è entrato nella cassetta degli attrezzidel personale politico del nostro tempo, i temi reali sembrano passati in secondo piano rispetto ad una realtà percepita.

Venezia non ha paura.

Non ha paura di confrontarsi, non ha paura di affrontare i problemi per quelloche sono, non ha paura di cercare soluzioni reali a questioni concrete.

Questa iniziativa, cui si chiede di dare pubblicazione, vuole essere la nostra risposta alla cappa asfissiante di messaggi che additano nel più debole il capro espiatorio, nel saccheggio del territoriouna via d'uscita dalla crisi, in ogni protagonismo dei cittadini una minaccia alla ritualitàistituzionale.

Venezia non ha paura: Venezia scende in campo.


Parteciperanno, tra gli altri: Comitato 3e32 - L'Aquila, Ass.ne Radio Aut - Palermo, Greenpeace, Emergency, Comitato Venezia per l'acqua pubblica, H2O non potabile, Gruppo GasEnergia, EcoIstituto del Veneto Alex Langer, AmbienteVenezia, Assemblea Permanente contro il rischio chimico, Rete TuttiDirittiUmaniPerTutti

Organizza: Venezia città aperta Per informazioni: veneziacittaperta@gmail.com

giovedì 9 settembre 2010

GELMINI BOCCIATA PURE DALL'OCSE - Il Governo va nella direzione sbagliata


I dati Ocse sono molto chiari: per uscire dalla crisi bisogna investire sull’istruzione, concetto che ribadiamo da anni e che oggi trova delle conferme in dati concreti che non possono essere ribaltati dalla Gelmini, nonostante ovviamente ci stia provando.

La campagna mediatica che questo governo sta portando aventi viene oggi smantellata in ogni sua sfaccettatura: non è vero che in periodo di crisi non si può far altro che tagliare sull’istruzione, non è vero che sbagliamo a chiedere più risorse, non è vero che anche negli altri paesi europei i governi stanno prendendo questi provvedimenti.

Tagliare 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, come se fosse un’azienda in dissesto economico, vuol dire tagliare ogni speranza di ripresa dalla crisi per il nostro paese, nonché tagliare ogni aspettativa di futuro a noi studenti.

Chiediamo una scuola di qualità, ma di qualità vera, che ci permetta di essere al passo con i nostri coetanei europei e con un mondo del lavoro sempre più precario e globalizzato.

Quello che ci ritroviamo invece, sono tanti slogan, un uso sconsiderato delle parole merito e qualità, che poi nella realtà delle nostre scuole si traduce in mancanza di fondi, metodi di insegnamento e percorsi formativi fermi a 50 anni fa, abbandono scolastico alle stelle.

La realtà è che la finta riforma Gelmini va dalla parte sbagliata, e che finché saremo il fanalino di coda in quanto a spesa per l’istruzione in rapporto al Pil, addirittura dietro a Brasile ed Estonia, c’è poco da festeggiare.

martedì 7 settembre 2010

PRONTO SOCCORSO STUDENTESCO - Fai rispettare i tuoi diritti!


COS'E' PRONTO SOCCORSO STUDENTESCO?

E' un serivizio di pronto intervento che la Rete degli Studenti offre a tutti gli studenti che hanno bisogno di consultenza, informazioni, assistenza legale per risolvere eventuali problemi nel corso di esami, scrutini, valutazioni di condotta, corsi di recupero e quant'altro riguarda il complicato mondo della scuola.

PERCHE' OFFRIAMO QUESTO SERVIZIO?

Abbiamo deciso di attivare questio servizio perché troppo spesso siamo vittime innocenti di un mondo della scuola che non dà spazio alla voce degli studenti. Nei meandri della burocrazia molto spesso siamo noi studenti ed i nostri diritti rimetterci, è per questo che la Rete degli Studenti mette a tua disposizione uno sportello sindacale e consulenza legale.

COSA CHIEDIAMO?

Pretendiamo una scuola nella quale crescere e apprendere. Una scuola dove essere valutati non significa essere imputati ad un processo o diventare dei numeri su un registro, ma un modo per comprendere i propri limiti e le proprio mancanze. Merito, parola con cui si riempe la bocca la Gelmini, non vuol dire mandare avanti chi ce la fa e chi può e lasciare indietro chi è in difficoltà. Merito per noi è impegnarsi a scuola autonomamente dai risultati che possono dimostrarsi con numero e tabelle.

QUALI SONO GLI STRUMENTI?

Per ogni difficoltà puoi rivolgerti a noi:

- sportello mail nazionale: soccorsostudentesco@gmail.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

- aggiungici su MSN: retedeglistudenti@hotmail.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

- aggiungici su FB: Rete degli Studenti Medi

- puoi anche contattarci al: 3358482413

venerdì 22 gennaio 2010

27 GENNAIO : GIORNATA DELLA MEMORIA, noi non dimentichiamo!


"E voi imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare.
Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo.
I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancora fecondo".

da “La resistibile ascesa di Arturo Ui” (Bertold Brecht )

LA SCUOLA CAMBIA?! La Gelmini annuncia riforme epocali, più che altro si torna indietro di un epoca


Da qualche giorno la commissione cultura della Camera ha approvato la "riforma della scuola superiore" della Gelmini.

Tre regolamenti che dovrebbero riaggiornare e modernizzare il nostro sistema scolastico, ma che di fatto applicano i tagli e riducono la scuola al minimo.

La commissione ha dato parere favorevole, chiedendo delle modifiche. I parlamentari di PD, IDV e UDC hanno votato contro.

Ora il passaggio successivo è l'approvazione dei regolamenti al senato, poi tutto deve tornare in consiglio dei ministri. Insomma l'iter procede, ma siamo già a gennaio e ancora non si sà quale sarà il volto della scuola il prossimo anno.

Uno scandalo se consideriamo chi si deve iscrivere al primo anno, ma anche se pensiamo che, nonostante la commissione tutta abbia chiesto che la riforma venga applicata solo al primo anno, la Gelmini vuole farla partire anche per chi il prossimo anno va in seconda e vuole ridurre l'orario anche per le terze e le quarte dei tecnici e professionali.

Nell'attesa di aggiornamenti e di una scheda più agevole, pubblichiamo il parere della Rete consegnato in commissione e la nostra posizione al Forum della associazioni maggiormente rappresentative.

PARERE VII COMMISSIONE

FORUM ASSOCIAZIONI

2+2=4 ovvero, i regolamenti uniti all'emendamento "Cazzola" sulla riduzione dell'obbligo di istruzione

mercoledì 20 gennaio 2010

TUTTI A RACCOGLIERE LE ARANCE! L'emendamento Cazzola al ddl lavoro è inaccettabile


L'emendamento Cazzola al ddl lavoro che introduce la possibilità di assolvere l'obbligo scolastico nell'apprendistato traduce in legge la proposta di Sacconi di qualche settimana fa di mandare i giovani a raccogliere le arance al posto degli immigrati a Rosarno.

Ecco l'idea del governo sul futuro dei giovani: fuori di casa a 18 anni, come dice Brunetta, ma con lavori dequalificati e prospettive di crescita formativa e personale inesistenti.

L'emendamento Cazzola, unito ai regolamenti sulla secondaria oggi approvati dalla Commissione cultura alla camera, ci restituiscono un sistema scolastico ridotto ai minimi termini.

I regolamenti eliminano qualsiasi prospetiva di biennio unitario, che era l'idea sulla quale si doveva fondare l'obbligo a 16, mentre l'emendamento consentirebbe l'abbandono precoce dei percorsi formativi.

In un Paese in cui la disperisione scolastica è altissima e la qualità del sistema formativo è molto bassa, non sono certo queste le risposte attese dagli studenti e dai giovani.

La Gelmini parla di riforme rivoluzionarie, noi preferiamo parlare di un salto indietro epocale.

Al nostro Paese servirebbero un sistema efficace di diritto allo studio e un investimento in scuola, università e ricerca al pari degli altri Paesi europei.

Ma il governo ha in serbo un altro disegno di futuro in cui regnano la precarietà, la povertà, il lavoro nero e le disegualianze.

lunedì 18 gennaio 2010

Aperto un tavolo di confronto tra gli studenti e l’Assessore regionale Donazzan


Oggi, Mercoledì 13 Gennaio, la Rete degli Studenti Medi del Veneto ha incontrato a Palazzo Ferro-Fini l'Assessore Regionale Elena Donazzan.

La nostra associazione ha presentato una serie di proposte all'Assessore, frutto del lavoro portato avanti negli ultimi mesi all'interno delle scuole.

L'incontro è stato proficuo, a conferma del fatto che se un confronto fosse cominciato prima sarebbe già stato possibile iniziare un ampio dibattito sulla situazione degli studenti nella nostra Regione e forse degli obbiettivi concreti sarebbero già stati raggiunti.

Al tavolo di confronto sono state da noi portate le seguenti proposte:

Edilizia Scolastica: Come studenti delle scuole superiori, ogni giorno viviamo la problematica di frequentare le lezioni in edifici in pessime condizioni, con barriere architettoniche e con locali inadatti a determinate finalità didattiche.

In molti casi esistono ancora edifici dichiarati fuori norma, senza scale né uscite di emergenza, ed essi sono ancora in uso, per la totale mancanza di edifici alternativi già ristrutturati a norma di legge.

Appare quindi evidente la necessità di un monitoraggio, esteso su tutto il territorio regionale, riguardante l'edilizia scolastica, così da segnalare alle istituzioni competenti i casi su cui intervenire.

Chiediamo inoltre che la regione sia in prima linea per richiedere al ministero maggiori finanziamenti per le province, e che essa stessa investa finanziariamente su questo tema.

Alternanza scuola lavoro e terza area: Riconosciamo l'importanza del rapporto tra mondo della scuola e mondo del lavoro, in particolare in riferimento agli istituti tecnici e professionali e pensiamo che debba essere valorizzata.

Denunciamo tuttavia come le forme di tutela degli studenti all'interno dei percorsi di ASL sia insufficiente e che le figure ad essa preposte possano ad ora svolgere un ruolo solamente limitato.

Chiediamo la creazione di uno statuto specifico per gli studenti in stage, come carta fondamentale di riferimento per la loro tutela.

Anche le opportunità fornite dalla terza area ci sono chiare. Rimane però un grande problema, ovvero quello dei finanziamenti.

Molte classi si trovano infatti a non poter svolgere questa attività, che per gli istituti professionali risulta essere fondamentale, per la totale mancanza di fondi.

Comodato d’uso dei libri di testo: Il finanziamento di 700.000 euro erogato dalla regione per il comodato d'uso dei libri scolastica è un elemento molto importante per il diritto allo studio nella nostra regione.

Vediamo però come nelle scuole non sia conosciuta questa opportunità.

La regione dovrebbe svolgere, a nostro parere, un'ampia campagna informativa, in modo che questa diventi un'opportunità effettiva per tutti gli studenti del Veneto, e magari ampliare il finanziamento in questione.

Trasporti: oltre all'esistenza di un buono regionale sui trasporti per gli studenti con basso reddito, la nostra proposta è di riuscire a creare un abbonamento regionale in accordo con ferrovie e i vari trasporti locali.

Prendendo esempio dai buoni risultati di ciò che è stato fatto in Emilia-Romagna, si potrebbe, grazie ad un tavolo regionale tra tutti gli enti trasporti, a creare un abbonamento che comprenda una tratta ferroviaria in abbinata con i trasporti locali dei capoluoghi di provincia.

Questo risolverebbe l'oneroso problema per gli studenti che abitano "fuori sede" di dover pagare due abbonamenti per raggiungere i luoghi di studio.

Un abbonamento di questo tipo, agevolato dalla Regione, potrebbe a nostro parere comprendere degli sconti significativi per gli tutti gli studenti, arrivando ad avere una proposta che abbatta il muro della distanza dalla scuola, che è un vero e proprio ostacolo ad un vero diritto allo studio.

Ovviamente un lavoro coordinato con tutti gli enti di trasporto nel Veneto può essere portato avanti ed agevolato solo tramite la Regione, che deve riuscire a fare sintesi dei vari interessi delle aziende interessate.

L'Assessore si è dimostrata attenta e disponibile riguardo a tutti i punti, chiarendo alcune delle nostre perplessità e accettando alcuni nostri spunti.

In particolar modo relativamente alla nostra richiesta di aprire un confronto, l'Assessore Donazzan ci ha comunicato che nel breve periodo si attiverà per creare un tavolo di discussione con le Consulte Provinciali degli Studenti di tutta la Regione, istituzionalizzandolo e rendendolo permanente.

La Rete degli Studenti Medi del Veneto si auspica che questa promessa venga mantenuta e si arrivi veramente ad una partecipazione concreta degli studenti nelle scelte dell'Amministrazione Regionale.

Per quanto riguarda il tema dei trasporti, l'Assessore si è impegnata a continuare con noi il confronto e a portare avanti la nostra proposta di creazione di un abbonamento regionale, relativo sia ai treni che alle autocorse, con agevolazioni per gli studenti.

Questo ci tocca nel profondo, infatti è da tempo che la Rete degli Studenti Medi del Veneto si batte perchè il trasporto pubblico abbia costi più ridotti per gli studenti.

Purtroppo il confronto su questo tema è stato aperto solo ora.

Questo incontro molto proficuo ha segnato, a nostro parere, solo l'inizio di un valido dialogo aperto tra studenti ed istituzioni regionali; ci auguriamo che il confronto abbia un seguito produttivo e possa portare a degli sviluppi concreti, nel breve e nel lungo periodo.

lunedì 11 gennaio 2010

LA SCUOLA PER NOI: critiche e proposte dagli studenti del Veneto alla politica scolastica


Iniziamo con questo articolo un ciclo di critiche e proposte scritte direttamente dagli studenti da tutto il Veneto sulla scuola, come la vorremmo, com'è e come si vuole riformare. Questa settimana iniziamo con il pdl Aprea (a cura degli studenti di Venezia e Mestre).

PDL APREA

Quale dovrebbe essere l'obiettivo di una nazione se non il continuo cercare di migliorarsi, trovando le migliori soluzioni, aumentando il benessere dei cittadini e soprattutto investendo nel futuro? E com’è possibile negare che l'istruzione sia il più importante fra questi investimenti per l’avvenire?

Queste sono le domande che noi studenti ci poniamo sempre più spesso quando ci troviamo di fronte ai provvedimenti che vengono presi in materia scolastica.

In questi ultimi anni è la sensazione di disorientamento quella che ci ha accompagnato più a lungo, perché la pseudo-riforma Gelmini, o la Proposta di Legge della parlamentare Valentina Aprea non sembrano essere state pensate come investimento nel futuro di un paese, ma piuttosto come metodo per rendere la scuola meno gravosa per il bilancio pubblico.

“ E’ per eliminare gli sprechi” c’è stato detto, ma l’unica cosa che vediamo scomparire di giorno in giorno è la qualità.

“Perché la scuola è piena di sprechi” c’è stato detto, ma gli unici sprechi che vengono evidenziati di continuo sono edifici pubblici costruiti ed inutilizzati, tratti di autostrada in costruzione da decine d’anni, soldi spariti perché non si combatte l’evasione fiscale e molto altro, ma rarissimamente compaiono notizie di sprechi nel mondo dell’istruzione.

Ma accanto ai famosissimi “tagli Gelmini-Tremonti” una nuova geniale trovata diffonde indignazione e incredulità: la prospettiva di scuola che viene a delinearsi con il P.d.L. Aprea, la proposta di legge 935.

Con una sagace creatività l’Onorevole Aprea ha infatti elaborato un’ idea tutta nuova: se il pubblico è fonte di spesa allora basta privatizzarlo, no?

Possiamo ben immaginarci l'Onorevole nella sua stanzetta, mentre si spreme le meningi in cerca di idee geniali: lei spreme e spreme, si sforza, ma niente.

D'un tratto ecco un'idea balenare: lo sguardo si illumina, di colpo la parlamentare afferra lo Statuto degli Studenti ed inizia a copiarne i punti salienti con certosina precisione.

Con precisione, certo, ma assicurandosi di scrivere nella sua proposta di legge esattamente il contrario di quanto c'è scritto nella carta fondante dei nostri diritti.

Tutti noi sappiamo cos’è il Consiglio d’istituto, no? Quel luogo di partecipazione democratica all'interno delle scuole, dove gli studenti hanno una rappresentanza ufficiale…

Bene, il nuovo organo sarà il “Consiglio d’Amministrazione”, un organo con molto più potere, in cui saranno presenti anche i rappresentanti dell’azienda.

E gli studenti? Saranno rappresentati? Certo, questo è chiaro, ma non c’è scritto quanti saranno o come verranno eletti.

Questo significa che una scuola potrebbe ritrovarsi con un solo rappresentante degli studenti che, perché no, potrebbe essere scelto direttamente dal preside o dai rappresentanti dell’ azienda o essere quello con la media più alta.

È questo il modo con cui ci vogliono insegnare ad essere cittadini attivi nella vita democratica? La scuola dovrebbe essere costruita sugli studenti, la cui crescita culturale e personale ne dovrebbe essere la più importante priorità. I

n conclusione però, anche se la nostra voce dovrebbe essere ritenuta importante, i provvedimenti vanno sempre in direzione contraria.

Altro punto importante del P.d.L. Aprea è la possibilità che viene data alle scuole superiori di ricevere fondi da aziende private, per poi dar loro un forte potere nell'amministrazione della scuola.

Se inseriamo però questo fatto nell'ottica dei continui tagli che sono stati fatti e rifatti ai fondi per l'istruzione, con scuole che si ritrovano senza i soldi necessari nemmeno per comprare la carta igienica, capiamo bene come molti istituti si troveranno costretti ad accettare questa svendita del pubblico al privato.

“vabbè, non è mica che diventiamo tutti una scuola privata… è un po’ diverso…” mi è stato detto.

E’ vero, è diverso, ma la conclusione purtroppo sarà la stessa: la scuola dovrà sottostare anche a quelli che sono gli interessi di chi vi ha investito denaro.

Tutto ciò porta con sé anche il rischio che alla fine l'istruzione di qualità venga impartita solo nelle scuole privatizzate, mentre, come accade negli Stati Uniti, le scuole pubbliche si ritrovino ad essere considerate “di serie-B”.

Ci chiedono di accettare che le nostre scuole vengano messe all’asta, vengano comprate dal miglior offerente, costrette da quest’ ultimo a fare ciò che conviene all’azienda, private di una rappresentanza studentesca decente e aperte solo a chi ha i soldi per permetterselo.

A questo, ogni studente cosciente e attento ha il dovere di dire no.

Chiediamo:
  • Il ripristino dei finanziamenti all'istruzione pubblica tagliati selvaggiamenti dalle ultime finanziarie, perchè l'assenza di 8 miliardi di fondi non può costruire alcuna riforma che voglia chiamarsi con questo nome.
  • L'apertura di un tavolo di confronto regionale sulla scuola.
  • Una riforma vera degli organi collegiali nella scuola (Consiglio d'istituto, rappresentanti degli studenti,ecc...) che miri ad una protagonismo più forte degli studenti con maggiori poteri e facoltà di incidere positivamente nel territorio.
  • Diritto allo studio garantito bloccando ogni possibilità ai privati di speculare sulla nostra formazione.