domenica 21 novembre 2010

27 novembre MANIFESTAZIONE NAZIONALE - Pullman dal Veneto per studenti


Il nostro autunno si è aperto in grande stile con le affollatissime piazze dell'8 ottobre, proseguendo la settimana successiva con la piazza del 16 insieme ai lavoratori metalmeccanici, in sostegno alle loro lotte.

Un altro passo decisivo l'abbiamo vissuto il 17 novembre, in occasione della giornata mondiale del diritto allo studio.

Ancora e ancora dobbiamo far sentire la nostra voce, la nostra protesta contro la "riforma" Gelmini
... è più ampia e vogliamo farci valere come generazione, una generazione che oggi ha solo conti salati da pagare e un futuro ostacolato dalla precarietà.

Noi non ci stiamo, vogliamo riprenderci ciò che ci viene tolto giorno dopo giorno, la speranza e la dignità di un lavoro sicuro, la possibilità di far valere il nostro percorso di studi superiore e universitario, vogliamo far contare la nostra voce,quella voce che viene volutamente confusa tra talk-show e prediche telesive che prendono in esame i giovani solo quando sono un problema di alcolismo o droghe.

Aderiamo alla manifestazione del 27 novembre perchè abbiamo bisogno di un futuro, abbiamo bisogno di riconquistarlo.

Insieme ai lavoratori, scenderemo per le strade di Roma a rivendicare il nostro diritto di dire la nostra, per farci sostenere anche da chi è un po' più grande di noi, uniti tutti insieme.

IN CASA SOTTO LO STESSO TETTO, IN PIAZZA SOTTO LO STESSO CIELO.


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INFO PER PULLMAN

Belluno: Francesco 3455861187

Conselve: Valeria 3467622371

Mirano: Marta 3409873692

Padova: Margherita 3489900988
Lucia 3403480401 (per universitari)

Rovigo: Francesca 3401707483

Treviso: Alberto 3489551503

Venezia-Mestre: Giulio 3292957430
Francesca 3337683144 (per universitari)

Verona: Alessandro 3476478409

Vicenza: Doris 3454558446

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APPELLO DELLA Cgil PER LA MANIFESTAZIONE

Il Futuro è dei giovani e del lavoro. Diritti e più democrazia

27 novembre - Manifestazione Nazionale - Roma

Per sostenere le lotte dei lavoratori e dei pensionati, e per guardare al futuro dei giovani, la CGIL promuove una grande manifestazione nazionale per il 27 novembre a Roma.

Una mobilitazione che segna un passaggio fondamentale nel grande impegno messo in campo dalla CGIL in questo autunno. Un impegno che ha visto la protesta di ampi settori della società: dal modo della conoscenza, a quello del pubblico impiego, per arrivare alla giornata di lotta dei metalmeccanici del 16 ottobre scorso.

Sabato 27 novembre, la CGIL chiama tutte e tutti a manifestare a Roma, per chiedere più 'diritti e più democrazia', per rimettere al centro il lavoro, la contrattazione, per rivendicare sviluppo, equità e giustizia sociale e per imporre scelte che facciano uscire il Paese dalla crisi.

Una crisi che per milioni di lavoratori si fa sempre più insostenibile.

Il Governo, accusa la CGIL, nei due anni trascorsi della crisi economica, non si è preoccupato né dell'emergenza occupazionale, né del rilancio del sistema produttivo, l'unica azione avanzata è stato il sistematico attacco ai diritti del lavoro.

Tanti i temi al centro della mobilitazione, innanzitutto il lavoro stabile e dignitoso, minacciato ancor più oggi dall'approvazione del 'collegato lavoro'; la riforma degli ammortizzatori sociali, da tempo proposta dalla CGIL, che possa tenere insieme inclusività, equità nella contribuzione e sostenibilità economica; la contrattazione, che sta subendo un gravissimo attacco con le scelte della FIAT, di Federmeccanica e del Governo.

Altri temi centrali: l'equità fiscale, il welfare, il Mezzogiorno, il diritto alla conoscenza.

Due i cortei previsti nella capitale, che partiranno alle ore 9 da Piazza della Repubblica e Piazzale dei Partigiani e che insieme confluiranno a Piazza San Giovanni.

Una manifestazione dopo la quale, come ribadito dal Comitato Direttivo del 16 e 17 settembre, “misurate le risposte”, la CGIL “deciderà la prosecuzione della mobilitazione ed il sostegno alla Piattaforma, anche attraverso lo Sciopero Generale”.

lunedì 15 novembre 2010

17 NOVEMBRE 2010 IL FUTURO E' ADESSO... RICONQUISTIAMOLO!


Da oltre 60 anni il 17 novembre è una data di grande valore simbolico per gli studenti: in quella data, infatti, centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti nel 1939.

Ma il 17 novembre è anche il giorno in cui gli studenti greci furono massacrati dai carri armati del regime ad Atene nel ’73.

Ed è infine il giorno in cui, ancora in Cecoslovacchia, il regime comunista represse duramente gli studenti che si opponevano al regime.

L’assemblea mondiale di Bombay del World Social Forum decise nel 2004 di ripristinare questa data della memoria e di renderla un momento importante di mobilitazione studentesca.

Oggi come ieri continuamo a mobilitarci!

Ecco la piattaforma:

IL FUTURO E’ ADESSO, RICONQUISTIAMOLO!

17 novembre giornata mondiale per il diritto allo studio.

Siamo studenti e studentesse a cui è stato promesso un futuro inesistente.

Il sogno di un’intera generazione è stato demolito: nel nostro paese istruzione e formazione non garantiscono un futuro.

La crisi globale si espande, i paesi europei investono sull’unica possibilità di ripresa: l’istruzione, la formazione, la ricerca, i saperi.

L’Italia continua a perseverare un piano anticrisi miope, che non guarda a chi la crisi la paga ogni giorno, perdendo il lavoro, entrando in cassa integrazione, riducendosi a lavorare in un call center dopo avere studiato per anni, non potendosi permettere di pagare gli studi.

La politica scellerata di questo governo fa della crisi un alibi.

Alibi per portare avanti un sistema che proprio dalla crisi è stato dichiarato fallimentare, che continua a far crescere il baratro fra i pochi ricchi di questo mondo e i poveri, sempre di più e in condizioni sempre peggiori.

Mentre in Italia assistiamo inermi ad un presidente del consiglio omofobo, sessista, colluso con la mafia, pedofilo che ha oltrepassato i limiti dell’indecenza, accompagnato da un governo razzista, autoritarista e populista, i nostri coetanei europei hanno deciso di non pagare la crisi, di ribellarsi, di bloccare i propri paesi per gridare la loro rabbia. È successo in Grecia, sta succedendo in Francia.

I nostri coetanei francesi in queste settimane stanno bloccando la Francia per non permettere al governo di affrontare la crisi penalizzando i più deboli, dividendo il paese, innalzando l’età pensionabile.

In Italia gli studenti scendono in piazza perché si muore sotto le macerie di edifici scolastici fatiscenti, perché cancellano le borse di studio, perché ci costringono a studiare in classi da 35 alunni, perché vogliono privatizzare gli atenei, perché i temi e i modi di ciò che ci insegnano non hanno niente a che fare con ciò che viviamo fuori dalle mura delle nostre scuole, rendendo il nostro diritto allo studio inaccessibile e il nostro percorso scolastico angosciante e privo di significato.

Scendiamo in piazza perché un ministro che ha fatto carriera con raccomandazioni e sotterfugi, continua a voler propinare al paese un progetto riformatore e di cambiamento basato sul merito e il rigore, fatto di 5 in condotta, di prestiti d'onore, di limite di assenze, di didattica e ricerca indirizzati da privati, di rimandati e bocciature, che, oltre gli spot, sta letteralmente portando al collasso i nostri atenei e le nostre scuole, eliminando tutte le risorse, cancellando di fatto l'istruzione pubblica dal nostro Paese.

In un Paese civile, anche attraversato da una crisi economica, uno studente viene considerato come una risorsa per il futuro.

Gli vengono forniti gli strumenti per crescere e dimostrare ciò che è, strutture scolastiche adeguate ad una formazione critica e rapportata al mondo esterno, borse di studio per permettergli di dedicarsi a tempo pieno agli studi universitari, un'offerta formativa che porti alla sua piena realizzazione perché possa mettere le sue conoscenze, le sue competenze e le sue capacità al servizio della società, attraverso un mondo del lavoro che lo accolga come valore aggiunto, implementando le competenze e le conoscenze acquisite negli anni.

Tutto questo significa prospettive di futuro, investimenti, sostegno ai giovani.

Scendiamo in piazza il 17 Novembre perché vogliamo un Paese civile, dove le priorità non sono la vita privata del Presidente del Consiglio ma le prospettive di futuro per un Paese dilaniato da una crisi economica. Abbiamo il diritto di guardare avanti, invece ci viene negata la possibilità di pensare al futuro.

Questo Governo sta facendo una scelta che ci porta indietro di decenni, portando avanti politiche sul diritto allo studio che guardano solo al futuro di pochi giovani provenienti da famiglie abbienti tagliando sul presente di tanti giovani e studenti che usufruiscono di sussidi dello Stato per potersi dedicare al proprio percorso formativo e alle proprie capacità.

Il nostro Paese ha bisogno di guardare alla conoscenza oltre la crisi, ha bisogno di una riforma complessiva dell'Università per superarne i mali e eliminare gli interessi particolari che ne affliggono le potenzialità, non una riforma fatta di spot che avvicina gli atenei agli interessi privati e li allontana dagli studenti e dall'interesse pubblico e sociale; di una copertura totale delle borse di studio per gli aventi diritto, garantendo a tutti la possibilità di mostrare le proprie capacità, non un taglio del 90% delle borse come contenuto nella legge finanziaria e la traduzione del diritto allo studio al debito del prestito d'onore come indicato nella riforma Gelmini; il nostro paese ha bisogno di una riforma complessiva del mondo della scuola, che parta dall’abrogazione dell’apprendistato per gli studenti e alla regolamentazione degli stage come momenti di alta formazione, dall’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni e la creazione del biennio unitario, dalle scuole aperte al pomeriggio che diventino centro di cambiamento e innovazione per quartieri, città e persone; di conciliare sapere e saper-fare creando delle scuole che formino cittadini e lavoratori, non manovalanza dequalificata senza diritti ne conoscenze.

Di valorizzare i giovani che intendono proseguire la carriera accademica, di portare gli studenti a guardare alla ricerca come un ambizione alta, di grande impegno e di grandi soddisfazioni, non come un percorso clientelare, in cui si mette a disposizione della società il proprio talento e si riceve in cambio il sacrificio di un futuro stabile.

Vogliamo avere le stesse possibilità dei nostri coetanei europei, di poter vivere e crescere in delle scuole pubbliche e accessibili a tutti, di poter spendere le nostre competenze in un paese che investe e crede nell’importanza dei giovani e dei saperi, di poter entrare in un mondo del lavoro fatto di diritti e non di ricatti, che non vede gli studenti come manovalanza ma che fa dei giovani lavoratori la prima risorsa dell’occupazione e non della disoccupazione.

Vogliamo poter essere studenti, essere giovani, essere cittadini. Vogliamo poter fare qualcosa per raggiungere i nostri sogni.

Non vogliamo più vivere in un Paese in cui milioni di studenti non hanno un futuro, in cui a 14 anni sai già che “non potrai”, non potrai finire gli studi, entrare all’università, lavorare, amare liberamente, avere una famiglia, avere una pensione.

Non potrai spendere nessuna delle cose che apprendi.

È in questo modo che il sapere e la conoscenza perdono significato.

È così che la scuola pubblica, l’università pubblica, la ricerca pubblica si svuotano di senso. È così che stanno distruggendo il nostro presente e dilaniando il nostro futuro.

È così che un’intera generazione viene condannata alla precarietà, precarietà come condizione di vita, di lavoro, di studi, di pensiero.

Vogliamo che finisca la retorica sul nostro futuro e sulle nostre condizioni:

Il nostro futuro è adesso, siamo qui, per riconquistarlo.


LISTA DELLE INIZIATIVE:

BELLUNO: banchetto con sound system in piazza

PADOVA: assemblea pubblica "la suola che vorremmo" – cinema Porto Astra – ore 17

ROVIGO: flash mob

TREVISO: assemblea pubblica "scuola e società: dove stanno andando?" - liceo "A. Canova", aula magna – ore 17.30

VENEZIA: corteo – stazione f.s., Mestre – ore 9

MIRANO: assemblea studentesca – liceo "Majorana – Corner"flash mob

VERONA: flash mob

VICENZA: flash mob

giovedì 11 novembre 2010

APPELLO RACCOLTA FONDI PER L'ALLUVIONE L’ALLUVIONE DISTRUGGE, NOI RICOSTRUIAMO!


Il nostro territorio è stato vittima di una calamità che ha colpito tutti: economie locali, affetti, case, sono stati spazzati via in poche ore, mostrandoci scene che mai avremmo potuto immaginare.

Tutto questo ha cambiato profondamente le nostre città, i nostri paesi, facendoci scoprire tuttavia una solidarietà straordinaria che ha visto cittadini di tutte le età, provenienze e culture contribuire uniti a rimettere insieme un’ immagine sepolta dal fango.

Dopo i primi giorni di emergenza, oggi abbiamo bisogno di aiuto, forse anche più di prima, per impedire che al fango fisico se ne sostituisca uno ben peggiore e più difficile da togliere: quello dell’indifferenza.

Noi della Rete degli Studenti Medi siamo e saremo fianco a fianco di chi ha subito danni nel padovano, nel vicentino, nella stessa Vicenza, nel veronese e in tutti i territori colpiti.

Chiediamo un contributo, anche piccolo, per ridare una speranza a chi sta aspettando una risposta.

Invitiamo tutta la popolazione, in particolare gli studenti, a partecipare alla raccolta fondi in favore degli alluvionati.

Facciamo della solidarietà la nostra unica bandiera.

Per chi poi volesse aiutare con un contributo di lavoro volontario nelle zone colpite dall’alluvione, siamo pronti a dare tutti i contatti per organizzarsi. In questi giorni sono stati tantissimi proprio i giovani scesi nelle strade, vanga in mano, a spalare metri di fango dalle case e dalle cantine.

Saremo direttamente nelle scuole a chiedere un aiuto per chi non ha la forza, in questo momento, di farsi sentire, ascoltiamo la richiesta che si sente, forte, di chi vuole poter tornare alla normalità.

Ricostruiamo ciò che l’alluvione ha distrutto.

RETE DEGLI STUDENTI MEDI VENETO

PER I VERSAMENTI:

Raccoglieremo direttamente nelle scuole del Veneto il contributo volontario per aiutare gli alluvionati. Tutti i soldi raccolti verranno poi da noi versati sui Conti Correnti Istituzionali attivati per l’occasione.

Versamenti diretti possono essere fatti presso il seguente conto corrente:

IT 22 J 05040 11810 000000796752

Rete degli Studenti Medi Veneto – Banca Antonveneta - Vicenza Sede

causale: aiuti per alluvione – nome scuola – città


Di seguito i conti su cui faremo confluire i versamenti in proporzione ai danni subiti:

Vicenza: Comune di Vicenza – Conto alluvione 2010 Città di Vicenza

IBAN: IT57C0572811810010570747633 Banca Popolare di Vicenza


Padova:
Comune di Padova – Solidarietà alle famiglie padovane alluvionate

IBAN: IT70U0622512186100000000107 Cassa di Risparmio del Veneto


Verona: Provincia di Verona – Conto Caritas Diocesana Veronese

IBAN: IT10I0200811770000005616284 Unicredit Verona Sede

martedì 9 novembre 2010

ANTIFASCISTI SEMPRE!


La Rete degli Studenti Medi di Treviso condanna le dichiarazioni riportate sul nuovo materiale propagandistico di Lotta Studentesca.

Il punto 4 di un volantino da loro firmato e fatto circolare in città annuncia:

Di voler rivoluzionare il piano di studi relativi alla letteratura e alla storia poichè trova inconcepibile che si tratti il periodo del novecento per tutto il terzo anno di triennio. Ritiene infatti che ciò lasci spazio alla faziosità antifascista di docenti e libri di testo".

Premettendo che nella quasi totalità delle classi finali dei Licei è difficilissimo arrivare ad affrontare compiutamente tutto il 900, una pagina di storia già difficile da comprendere nei sui limiti cronologicamente poco definiti e ancora apertissima nelle sue cicatrici non del tutto rimarginate, riteniamo GRAVISSIMO che si possa rilasciare materiale partitico che richiama apertamente agli anni più bui e terribili di quel 900 che evidentemente non piace studiare a chi come queste persone "non si dichiara antifascista".

Blaterando in questi termini Lotta Studentesca offende chi ha combattuto per donare anche a loro e ai loro compari la Libertà di cui aprofittano; offende le centinaia di morti che la Resistenza Trevigiana ha dovuto seppellire; offende i missionari religiosi e i laici che hanno protetto mettendo a repentaglio la propria vita migliaia di persone che altrimenti sarebbero state deportate nei campi di sterminio Nazisti e Fascisti; offende la totalità dei cittadini della nostra città e del nostro Paese, che fonda la sua essenza democratica sulla Costituzione della Repubblica Italiana, una Costituzione compiutamente antifascista, basata sulla ferma condanna alle discriminazioni, all' accentramento del potere, alle aggressioni alle autonomie sociali, alla guerra come strumento di prevaricazione sugli altri popoli.

Evidentemente c'è chi si dimentica di queste cose, con la precisa volontà di ripristinare i pestaggi a chi la pensa in maniera diversa, a chi vive la vita in maniera diversa, a chi crede in una divinità diversa, a chi ha un orientamento sessuale diverso.

Chi persegue un' azione politica di questo tipo, legittimata dalla faziosità dell' antifascismo, prima ancora di essere un becero Nostalgico del Ventennio, è un vile.

Rete degli Studenti di Treviso