giovedì 21 ottobre 2010

CANTIERI DEI SAPERI: Verso il 17 Novembre


L’8 ottobre 300.000 studenti hanno bloccato l’Italia rivendicando una scuola e un paese diverso.

Abbiamo dimostrato al governo e alla Gelmini che non accettiamo di vedere le nostre scuole distrutte da tagli scriteriati.

Dal primo giorno di scuola gli studenti hanno dichiarato guerra a chi considera le nostre vite un capitolo di bilancio da tagliare per far cassa e a chi ci sta consegnando un futuro e un presente fatti di precari...età e incertezza.

Ora è il momento di non fermarsi. Dobbiamo farci promotori di un cambiamento reale.

I “cantieri dei saperi” prenderanno vita in questi giorni nelle nostre scuole e nelle nostre città, tramite autogestioni, coogestioni, occupazioni, assemblee d’istituto e cittadine, flash mob, manifestazioni, sit-in.

I “cantieri dei saperi” sono uno strumento per cambiare le nostre scuole dal basso, per ridare senso a quegli edifici unendo protesta e conflitto ad una proposta reale, non calata dall’alto ma pensata da chi la scuola la vive ogni giorno e vuole ricostruirla davvero.

Sono dei laboratori in cui va ripensata la scuola partendo dalle strutture, dalla didattica alternativa, passando per una nuova idea di rappresentanza e di partecipazione, per costruire un diritto allo studio reale per interrogarci sui temi dell’integrazione, della legalità della laicità ecc...

Vogliamo ripartire dalla scuola e dai saperi per ricostruire un’Italia ormai alla deriva, per riprenderci degli spazi in cui costruire una democrazia reale e partecipata, per riportare al centro i diritti e i saperi come strumento per uscire dalla crisi economica, politica e democratica del nostro Paese.

Vogliamo portare in piazza il 17 novembre un’idea di scuola pensata da chi la vive, con una piattaforma partecipata che dia ancora più forza al fronte di difesa della scuola pubblica che è sceso in piazza l’8 ottobre.

Studenti, docenti, precari, genitori, sono gli unici che insieme possono realmente cambiare e ripensare una scuola pubblica in ginocchio.

Il 30 ottobre saremo in piazza a Napoli con i precari della scuola, costruendo il 29 momenti di partecipazione, cortei e flash mob con lo slogan “siamo il cambiamento che stavamo aspettando, cantieri dei saperi verso il 17 novembre” per dare più forza alla voce di chi pretende un futuro e un presente fatto di certezze e non di precarietà.


Siamo il cambiamento che stavamo aspettando.


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giovedì 14 ottobre 2010

PULLMAN PER LA MANIFESTAZIONE DEL 16 OTTOBRE A ROMA


Dopo la grande giornata di mobilitazione studentesca dell'8 ottobre, scendiamo a Roma fianco a fianco dei lavoratori per sostenerli nella loro lotta e per portare il nostro contributo alla manifestazione!

Per info sul pullman : 3476478409

Per conoscere meglio le motivazioni del 16 ottobre, ecco i link:


IL LAVORO E' UN BENE COMUNE

http://www.fiom.cgil.it/puntofiom/10_09_09-puntofiom-5.pdf


MANIFESTIAMO PER I DIRITTI
http://www.fiom.cgil.it/puntofiom/10_09_15-puntofiom-6.pdf


MANIFESTIAMO PER LA DEMOCRAZIA
http://www.fiom.cgil.it/puntofiom/10_09_23-puntofiom-7.pdf


MANIFESTIAMO PER IL LAVORO
http://www.fiom.cgil.it/puntofiom/10_10_01-puntofiom-8.pdf



IL PERCORSO DEL CORTEO
http://www.fiom.cgil.it/eventi/2010/10_10_16-manifestazione_nazionale/informazioni.htm

sabato 9 ottobre 2010

RIGUARDO AI FATTI RIPORTATI SU ALCUNI GIORNALI E REPLICA AGLI STUDENTI DI ALTERNATIVA STUDENTESCA - POPOLO DELLA LIBERTA'


La Rete degli studenti medi del Veneto a seguito della mobilitazione nazionale avvenuta ieri in tutte le piazze del Veneto, 8 ottobre 2010, ci tiene a sottolineare come alcuni eventi che sono stati riportati sui giornali (i due studenti caduti in coma etilico a Venezia e la rissa scatenatasi a Treviso) siano stati casi estranei alla mobilitazione stessa.

Gli orari in cui tali avvenimenti incresciosi si sono verificati erano lontani dalla fine della mobilitazione nelle città di Venezia (12.30) e Treviso (4.30); anche nell’ipotesi in cui tali fatti siano lontanamente collegabili ai manifestanti, ci rincresce che ad essi venga dato risalto ai fini della notizia, un risalto che dal nostro punto di vista è esclusivamente strumentale e che tenta di offuscare i reali contenuti portati avanti dalla manifestazione.

E’ un offesa per le migliaia di ragazzi che sono scesi in piazza ieri e le cui motivazioni erano ben altre.

Se ieri siamo scesi in piazza non era né per scatenare risse, né per ubriacarci ed “eccedere”; se siamo scesi in piazza ieri era per difendere il nostro futuro da una manovra di Governo che lo sta distruggendo. Se questo è un eccesso, allora siamo felici di aver fatto questo eccesso.

Vorremmo inoltre replicare alle dichiarazione fatte dagli studenti del PDL : il nostro non è stato uno spettacolo imbarazzante, bensì una grande dimostrazione di responsabilità portata avanti da migliaia di studenti che sono scesi in piazza consapevoli del motivo per cui lo facevano.

Se merito significa lasciare indietro chi ha difficoltà anche economiche, ci sentiamo di dire che la concezione portata avanti dagli studenti del PDL è una concezione distorta e allarmante; se razionalizzare significa svuotare completamente le possibilità e le peculiarità didattiche delle diverse scuole, togliendo di fatto i fondi e trasformando una scuola pubblica e aperta a tutti in una scuola di fatto privata, si dimostra lo scollegamento dalla realtà di chi ha questa visione.

Tagliare 8 miliardi di euro non è razionalizzare, è privarci di una scuola pubblica che dia pari possibilità e opportunità a prescindere dalle condizioni economiche.

Per quanto riguarda gli atti di violenza a cui gli studenti del PDL si riferiscono vorremmo sottolineare che la Rete degli studenti medi ha sempre dimostrato di essere un’associazione non violenta e ha sempre condannato ogni forma di violenza proveniente da ogni parte politica, di destra e di sinistra.

Ci teniamo inoltre a sottolineare che la strumentalizzazione di alcuni atti violenti portati avanti da pochi prescindono dalla grande mobilitazione pacifica che si è verificata ieri.

Gli studenti sono scesi in piazza per difendere il proprio futuro anche in nome di chi ieri non c’era.

venerdì 8 ottobre 2010

"DISTRUGGONO LA SCUOLA, MA NON I NOSTRI SOGNI!” la Rete degli Studenti Medi Veneto torna in piazza


Oggi, 8 ottobre 2010, gli studenti sono scesi in piazza con la Rete degli Studenti Medi del Veneto per dire no a questa riforma e per lanciare un nuovo anno di mobilitazione.

Al grido di “DISTRUGGONO LA SCUOLA, MA NON I NOSTRI SOGNI” migliaia di studenti hanno invaso le strade e le piazze dei capoluoghi del Veneto.

I numeri parlano chiaro, tutte le scuole della regione erano praticamente vuote e i cortei, pacifici e colorati, pieni di studenti : 6000 a Padova, 5000 a Venezia e Treviso, 4000 a Vicenza, 1000 a Verona e 800 a Belluno.

La contestazione ha ottenuto pari successo anche nel resto d’Italia: 80 provincie sono scese in piazza con la Rete.

“Oggi abbiamo dato un grande messaggio di cambiamento a tutti coloro che ci accusano di essere faziosi e facinorosi- afferma da Venezia Marco Zabai, coordinatore regionale della Rete – da queste piazze parte un percorso all'interno dei nostri istituti per elaborare proposte, idee e spunti per una scuola nuova e diversa.

Gli studenti ancora una volta hanno saputo dare la risposta giusta al momento giusto.”

Gli studenti non riescono più a sostenere l’indifferenza del governo rispetto alla situazione disastrosa che i tagli stanno provocando nelle scuole.

Il ministro Gelmini continua ad ostentare sufficienza nei confronti del nostro movimento.

Ha dichiarato che quelli degli studenti sono soltanto vecchi slogan, sostenendo che il movimento sia pilotato da forze che vogliono usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra.

Nulla di più falso: la nostra è una protesta apartitica e trasversale, propositiva e innovativa proprio perché così estesa.

Pretendiamo di essere ascoltati e di ottenere una scuola effettivamente di qualità e a misura di studente.

Non solo mirabolanti dichiarazioni.

Oggi abbiamo indossato i caschetti gialli: forti delle nostre proposte, infatti, vogliamo ricostruire la scuola, la nostra scuola. Una scuola che deve essere gratuita, in cui venga garantito il diritto allo studio, laica, multiculturale, con professori motivati e preparati, con una didattica innovativa.

Con noi sono scesi in piazza anche l'Unione degli Universitari, l'FLC – Cgil e anche varie delegazioni della FIOM - Cgil, a dimostrazione del fatto che non è solo la scuola superiore che deve essere riformata, ma tutta la società.

Per questo abbiamo ribadito in piazza il nostro sostegno alla manifestazione del 16 ottobre a Roma.

Questa giornata può essere ricordata come una delle più belle delle mobilitazione organizzate dalla Rete degli Studenti Medi in Veneto.