venerdì 22 gennaio 2010

27 GENNAIO : GIORNATA DELLA MEMORIA, noi non dimentichiamo!


"E voi imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare.
Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo.
I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancora fecondo".

da “La resistibile ascesa di Arturo Ui” (Bertold Brecht )

LA SCUOLA CAMBIA?! La Gelmini annuncia riforme epocali, più che altro si torna indietro di un epoca


Da qualche giorno la commissione cultura della Camera ha approvato la "riforma della scuola superiore" della Gelmini.

Tre regolamenti che dovrebbero riaggiornare e modernizzare il nostro sistema scolastico, ma che di fatto applicano i tagli e riducono la scuola al minimo.

La commissione ha dato parere favorevole, chiedendo delle modifiche. I parlamentari di PD, IDV e UDC hanno votato contro.

Ora il passaggio successivo è l'approvazione dei regolamenti al senato, poi tutto deve tornare in consiglio dei ministri. Insomma l'iter procede, ma siamo già a gennaio e ancora non si sà quale sarà il volto della scuola il prossimo anno.

Uno scandalo se consideriamo chi si deve iscrivere al primo anno, ma anche se pensiamo che, nonostante la commissione tutta abbia chiesto che la riforma venga applicata solo al primo anno, la Gelmini vuole farla partire anche per chi il prossimo anno va in seconda e vuole ridurre l'orario anche per le terze e le quarte dei tecnici e professionali.

Nell'attesa di aggiornamenti e di una scheda più agevole, pubblichiamo il parere della Rete consegnato in commissione e la nostra posizione al Forum della associazioni maggiormente rappresentative.

PARERE VII COMMISSIONE

FORUM ASSOCIAZIONI

2+2=4 ovvero, i regolamenti uniti all'emendamento "Cazzola" sulla riduzione dell'obbligo di istruzione

mercoledì 20 gennaio 2010

TUTTI A RACCOGLIERE LE ARANCE! L'emendamento Cazzola al ddl lavoro è inaccettabile


L'emendamento Cazzola al ddl lavoro che introduce la possibilità di assolvere l'obbligo scolastico nell'apprendistato traduce in legge la proposta di Sacconi di qualche settimana fa di mandare i giovani a raccogliere le arance al posto degli immigrati a Rosarno.

Ecco l'idea del governo sul futuro dei giovani: fuori di casa a 18 anni, come dice Brunetta, ma con lavori dequalificati e prospettive di crescita formativa e personale inesistenti.

L'emendamento Cazzola, unito ai regolamenti sulla secondaria oggi approvati dalla Commissione cultura alla camera, ci restituiscono un sistema scolastico ridotto ai minimi termini.

I regolamenti eliminano qualsiasi prospetiva di biennio unitario, che era l'idea sulla quale si doveva fondare l'obbligo a 16, mentre l'emendamento consentirebbe l'abbandono precoce dei percorsi formativi.

In un Paese in cui la disperisione scolastica è altissima e la qualità del sistema formativo è molto bassa, non sono certo queste le risposte attese dagli studenti e dai giovani.

La Gelmini parla di riforme rivoluzionarie, noi preferiamo parlare di un salto indietro epocale.

Al nostro Paese servirebbero un sistema efficace di diritto allo studio e un investimento in scuola, università e ricerca al pari degli altri Paesi europei.

Ma il governo ha in serbo un altro disegno di futuro in cui regnano la precarietà, la povertà, il lavoro nero e le disegualianze.

lunedì 18 gennaio 2010

Aperto un tavolo di confronto tra gli studenti e l’Assessore regionale Donazzan


Oggi, Mercoledì 13 Gennaio, la Rete degli Studenti Medi del Veneto ha incontrato a Palazzo Ferro-Fini l'Assessore Regionale Elena Donazzan.

La nostra associazione ha presentato una serie di proposte all'Assessore, frutto del lavoro portato avanti negli ultimi mesi all'interno delle scuole.

L'incontro è stato proficuo, a conferma del fatto che se un confronto fosse cominciato prima sarebbe già stato possibile iniziare un ampio dibattito sulla situazione degli studenti nella nostra Regione e forse degli obbiettivi concreti sarebbero già stati raggiunti.

Al tavolo di confronto sono state da noi portate le seguenti proposte:

Edilizia Scolastica: Come studenti delle scuole superiori, ogni giorno viviamo la problematica di frequentare le lezioni in edifici in pessime condizioni, con barriere architettoniche e con locali inadatti a determinate finalità didattiche.

In molti casi esistono ancora edifici dichiarati fuori norma, senza scale né uscite di emergenza, ed essi sono ancora in uso, per la totale mancanza di edifici alternativi già ristrutturati a norma di legge.

Appare quindi evidente la necessità di un monitoraggio, esteso su tutto il territorio regionale, riguardante l'edilizia scolastica, così da segnalare alle istituzioni competenti i casi su cui intervenire.

Chiediamo inoltre che la regione sia in prima linea per richiedere al ministero maggiori finanziamenti per le province, e che essa stessa investa finanziariamente su questo tema.

Alternanza scuola lavoro e terza area: Riconosciamo l'importanza del rapporto tra mondo della scuola e mondo del lavoro, in particolare in riferimento agli istituti tecnici e professionali e pensiamo che debba essere valorizzata.

Denunciamo tuttavia come le forme di tutela degli studenti all'interno dei percorsi di ASL sia insufficiente e che le figure ad essa preposte possano ad ora svolgere un ruolo solamente limitato.

Chiediamo la creazione di uno statuto specifico per gli studenti in stage, come carta fondamentale di riferimento per la loro tutela.

Anche le opportunità fornite dalla terza area ci sono chiare. Rimane però un grande problema, ovvero quello dei finanziamenti.

Molte classi si trovano infatti a non poter svolgere questa attività, che per gli istituti professionali risulta essere fondamentale, per la totale mancanza di fondi.

Comodato d’uso dei libri di testo: Il finanziamento di 700.000 euro erogato dalla regione per il comodato d'uso dei libri scolastica è un elemento molto importante per il diritto allo studio nella nostra regione.

Vediamo però come nelle scuole non sia conosciuta questa opportunità.

La regione dovrebbe svolgere, a nostro parere, un'ampia campagna informativa, in modo che questa diventi un'opportunità effettiva per tutti gli studenti del Veneto, e magari ampliare il finanziamento in questione.

Trasporti: oltre all'esistenza di un buono regionale sui trasporti per gli studenti con basso reddito, la nostra proposta è di riuscire a creare un abbonamento regionale in accordo con ferrovie e i vari trasporti locali.

Prendendo esempio dai buoni risultati di ciò che è stato fatto in Emilia-Romagna, si potrebbe, grazie ad un tavolo regionale tra tutti gli enti trasporti, a creare un abbonamento che comprenda una tratta ferroviaria in abbinata con i trasporti locali dei capoluoghi di provincia.

Questo risolverebbe l'oneroso problema per gli studenti che abitano "fuori sede" di dover pagare due abbonamenti per raggiungere i luoghi di studio.

Un abbonamento di questo tipo, agevolato dalla Regione, potrebbe a nostro parere comprendere degli sconti significativi per gli tutti gli studenti, arrivando ad avere una proposta che abbatta il muro della distanza dalla scuola, che è un vero e proprio ostacolo ad un vero diritto allo studio.

Ovviamente un lavoro coordinato con tutti gli enti di trasporto nel Veneto può essere portato avanti ed agevolato solo tramite la Regione, che deve riuscire a fare sintesi dei vari interessi delle aziende interessate.

L'Assessore si è dimostrata attenta e disponibile riguardo a tutti i punti, chiarendo alcune delle nostre perplessità e accettando alcuni nostri spunti.

In particolar modo relativamente alla nostra richiesta di aprire un confronto, l'Assessore Donazzan ci ha comunicato che nel breve periodo si attiverà per creare un tavolo di discussione con le Consulte Provinciali degli Studenti di tutta la Regione, istituzionalizzandolo e rendendolo permanente.

La Rete degli Studenti Medi del Veneto si auspica che questa promessa venga mantenuta e si arrivi veramente ad una partecipazione concreta degli studenti nelle scelte dell'Amministrazione Regionale.

Per quanto riguarda il tema dei trasporti, l'Assessore si è impegnata a continuare con noi il confronto e a portare avanti la nostra proposta di creazione di un abbonamento regionale, relativo sia ai treni che alle autocorse, con agevolazioni per gli studenti.

Questo ci tocca nel profondo, infatti è da tempo che la Rete degli Studenti Medi del Veneto si batte perchè il trasporto pubblico abbia costi più ridotti per gli studenti.

Purtroppo il confronto su questo tema è stato aperto solo ora.

Questo incontro molto proficuo ha segnato, a nostro parere, solo l'inizio di un valido dialogo aperto tra studenti ed istituzioni regionali; ci auguriamo che il confronto abbia un seguito produttivo e possa portare a degli sviluppi concreti, nel breve e nel lungo periodo.

lunedì 11 gennaio 2010

LA SCUOLA PER NOI: critiche e proposte dagli studenti del Veneto alla politica scolastica


Iniziamo con questo articolo un ciclo di critiche e proposte scritte direttamente dagli studenti da tutto il Veneto sulla scuola, come la vorremmo, com'è e come si vuole riformare. Questa settimana iniziamo con il pdl Aprea (a cura degli studenti di Venezia e Mestre).

PDL APREA

Quale dovrebbe essere l'obiettivo di una nazione se non il continuo cercare di migliorarsi, trovando le migliori soluzioni, aumentando il benessere dei cittadini e soprattutto investendo nel futuro? E com’è possibile negare che l'istruzione sia il più importante fra questi investimenti per l’avvenire?

Queste sono le domande che noi studenti ci poniamo sempre più spesso quando ci troviamo di fronte ai provvedimenti che vengono presi in materia scolastica.

In questi ultimi anni è la sensazione di disorientamento quella che ci ha accompagnato più a lungo, perché la pseudo-riforma Gelmini, o la Proposta di Legge della parlamentare Valentina Aprea non sembrano essere state pensate come investimento nel futuro di un paese, ma piuttosto come metodo per rendere la scuola meno gravosa per il bilancio pubblico.

“ E’ per eliminare gli sprechi” c’è stato detto, ma l’unica cosa che vediamo scomparire di giorno in giorno è la qualità.

“Perché la scuola è piena di sprechi” c’è stato detto, ma gli unici sprechi che vengono evidenziati di continuo sono edifici pubblici costruiti ed inutilizzati, tratti di autostrada in costruzione da decine d’anni, soldi spariti perché non si combatte l’evasione fiscale e molto altro, ma rarissimamente compaiono notizie di sprechi nel mondo dell’istruzione.

Ma accanto ai famosissimi “tagli Gelmini-Tremonti” una nuova geniale trovata diffonde indignazione e incredulità: la prospettiva di scuola che viene a delinearsi con il P.d.L. Aprea, la proposta di legge 935.

Con una sagace creatività l’Onorevole Aprea ha infatti elaborato un’ idea tutta nuova: se il pubblico è fonte di spesa allora basta privatizzarlo, no?

Possiamo ben immaginarci l'Onorevole nella sua stanzetta, mentre si spreme le meningi in cerca di idee geniali: lei spreme e spreme, si sforza, ma niente.

D'un tratto ecco un'idea balenare: lo sguardo si illumina, di colpo la parlamentare afferra lo Statuto degli Studenti ed inizia a copiarne i punti salienti con certosina precisione.

Con precisione, certo, ma assicurandosi di scrivere nella sua proposta di legge esattamente il contrario di quanto c'è scritto nella carta fondante dei nostri diritti.

Tutti noi sappiamo cos’è il Consiglio d’istituto, no? Quel luogo di partecipazione democratica all'interno delle scuole, dove gli studenti hanno una rappresentanza ufficiale…

Bene, il nuovo organo sarà il “Consiglio d’Amministrazione”, un organo con molto più potere, in cui saranno presenti anche i rappresentanti dell’azienda.

E gli studenti? Saranno rappresentati? Certo, questo è chiaro, ma non c’è scritto quanti saranno o come verranno eletti.

Questo significa che una scuola potrebbe ritrovarsi con un solo rappresentante degli studenti che, perché no, potrebbe essere scelto direttamente dal preside o dai rappresentanti dell’ azienda o essere quello con la media più alta.

È questo il modo con cui ci vogliono insegnare ad essere cittadini attivi nella vita democratica? La scuola dovrebbe essere costruita sugli studenti, la cui crescita culturale e personale ne dovrebbe essere la più importante priorità. I

n conclusione però, anche se la nostra voce dovrebbe essere ritenuta importante, i provvedimenti vanno sempre in direzione contraria.

Altro punto importante del P.d.L. Aprea è la possibilità che viene data alle scuole superiori di ricevere fondi da aziende private, per poi dar loro un forte potere nell'amministrazione della scuola.

Se inseriamo però questo fatto nell'ottica dei continui tagli che sono stati fatti e rifatti ai fondi per l'istruzione, con scuole che si ritrovano senza i soldi necessari nemmeno per comprare la carta igienica, capiamo bene come molti istituti si troveranno costretti ad accettare questa svendita del pubblico al privato.

“vabbè, non è mica che diventiamo tutti una scuola privata… è un po’ diverso…” mi è stato detto.

E’ vero, è diverso, ma la conclusione purtroppo sarà la stessa: la scuola dovrà sottostare anche a quelli che sono gli interessi di chi vi ha investito denaro.

Tutto ciò porta con sé anche il rischio che alla fine l'istruzione di qualità venga impartita solo nelle scuole privatizzate, mentre, come accade negli Stati Uniti, le scuole pubbliche si ritrovino ad essere considerate “di serie-B”.

Ci chiedono di accettare che le nostre scuole vengano messe all’asta, vengano comprate dal miglior offerente, costrette da quest’ ultimo a fare ciò che conviene all’azienda, private di una rappresentanza studentesca decente e aperte solo a chi ha i soldi per permetterselo.

A questo, ogni studente cosciente e attento ha il dovere di dire no.

Chiediamo:
  • Il ripristino dei finanziamenti all'istruzione pubblica tagliati selvaggiamenti dalle ultime finanziarie, perchè l'assenza di 8 miliardi di fondi non può costruire alcuna riforma che voglia chiamarsi con questo nome.
  • L'apertura di un tavolo di confronto regionale sulla scuola.
  • Una riforma vera degli organi collegiali nella scuola (Consiglio d'istituto, rappresentanti degli studenti,ecc...) che miri ad una protagonismo più forte degli studenti con maggiori poteri e facoltà di incidere positivamente nel territorio.
  • Diritto allo studio garantito bloccando ogni possibilità ai privati di speculare sulla nostra formazione.

domenica 10 gennaio 2010

IL TETTO DEL 30% NON E' LA SOLUZIONE E ODORA DI RAZZISMO


Il problema delle classi e delle scuole ghetto esiste, come la Rete denuncia ormai da anni, ma mettere un tetto percentuale significherebbe dividere gli studenti secondo categorie che odorano di razzismo.

Servono invece diritto allo studio e una scuola interculturale.

Ci sono due aspetti della proposta Gelmini che ci preoccupano in particolar modo.

Il primo è giuridico e prima ancora culturale, e deriva dai dubbi sui criteri che verrebbero utilizzati per definire chi è lo straniero.

Siamo qui di fronte allo stesso impianto culturale che sta dietro al decreto sicurezza: i cittadini non vengono divisi di fronte alla legge sulla base del proprio comportamento, ma con una pregiudiziale legata alla propria provenienza e alla propria etnia.

Non è forse questa la concretizzazione in termini legali del concetto di razzismo?

Anche visti i fatti drammatici di Rosarno, cerchiamo di lasciar da parte per un po’ demagogia e semplificazioni.

È necessario chiarire che nella scuola pubblica arrivano studenti “stranieri”, con background ed esperienze molto diverse: ci sono studenti che vivono in Italia da anni, altri appena arrivati, altri con esperienze educative anche più avanzate delle nostre sotto certi aspetti (è dimostrato che studenti che vengono dal sistema formativo russo o cinese nelle materie scientifiche sono più avanti di noi a parità di classe).

Bisogna andare a intervenire specificatamente sulle singole situazione, per effettuare una vera integrazione che valorizzi le capacità di ciascuno studente, seguendo il modello della scuola interculturale. Non mantenere quindi separate le differenze ma cercare di valorizzarle e di farle dialogare.

In uno dei suoi sproloqui davanti ai giornalisti, la Gelmini ha unito l’idea dei tetti alle classi di inserimento.

Un elemento che rende palese che la strada che vuole aprire il governo è quella della separazione degli studenti immigrati dagli italiani, come già proposto nella Lega anche con una mozione parlamentare l’anno scorso.

In questo modo si andrebbe ad attaccare il principio guida dell’integrazione italiana, ciò l’inserimento dello studente migrante nella classe corrispondente alla sua età: le classi di inserimento sarebbero infatti classi miste, con la conseguente ghettizzazione ulteriore degli studenti immigrati.

Le misure per l’integrazione non possano prescindere proprio dall’inserimento nella comunità dei pari, e debbono svolgersi in parallelo alle attività ordinarie o attraverso una differenziazione della didattica.

Servono quindi maggiori risorse umane e materiali per consentire alle scuole di effettuare quelle attività che realmente consentono l’integrazione: corsi di italiano per gli studenti stranieri, differenziati a seconda del livello di partenza, corsi di mantenimento per la lingua madre, corsi di italiano per le famiglie dei minori, maggiori attività che consentano a tutti gli studenti, non solo ai migranti, di apprendere le regole della convivenza democratica.

Se la Gelmini volesse davvero fare qualcosa per l’integrazione, dovrebbe riassumere i docenti precari rimasti per strada in seguito ai tagli del 2008, formarli e inserirli nelle scuole per realizzare attività didattiche essenziali per garantire il diritto allo studio di tutti gli studenti.

Pensiamo ad esempio alla famosa ora di “Cittadinanza e Costituzione”, tanto declamata dal governo, e ora archiviata per mancanza di risorse e personale.

Ma soprattutto pensiamo a quelle soluzioni didattiche che possono favorire la responsabilizzazione degli studenti e lo scambio tra i pari, realizzabili solo con docenti formati e preparati.

Oltre alla didattica e al potenziamento delle scuole serve poi intervenire con misure straordinarie per il diritto allo studio degli studenti immigrati: se ammettiamo come principio che sia la scuola il veicolo dell’integrazione, non possiamo accettare le percentuali mostruose di lavoro minorile e di dispersione scolastica tra gli immigrati regolari e non.

Infine la seconda perplessità che abbiamo sulla proposta Gelmini è di ordine amministrativo e organizzativo ed è inerente come viene garantito il diritto allo studio per gli studenti che rimarrebbero “fuori” quota.

Il tetto rischia infatti di essere incostituzionale perché non si capisce dove dovrebbero andare a studiare gli studenti che rimangono fuori dalla quota del 30% nella scuola di riferimento: nessun tetto è ammissibile se priva del diritto allo studio bambini e studenti a cui il nostro Stato deve garantire un’istruzione adeguata.

venerdì 8 gennaio 2010

NOVITA' DOWNLOAD!


Nella sezione Download del sito regionale abbiamo aperto una nuova sezione e caricato i documenti approvati nell'ultimo congresso regionale della Rete!

Troverete rispettivamente:
statuto, documento organizzativo e documento politico.

Le nostre idee, i progetti, come coinvolgere gli studenti sono stati i motori che ci hanno spinto a proseguire il percorso del sindacato studentesco negli anni passati e ora per quelli futuri.

Crediamo in questo progetto e condividendo tutti i nostri materiali vogliamo essere trasparenti senza nascondere ciò che facciamo e come lo facciamo.

Inoltre il nuovo esecutivo regionale eletto in congresso è ora composto da:
Marco Zabai, Matteo Cocco, Greta Chinellato, Francesca Bortot, Luca Trescato.

I loro contatti potete trovarli nella sezione apposita.

Per visitare il sito regionale clicca qui