lunedì 15 novembre 2010

17 NOVEMBRE 2010 IL FUTURO E' ADESSO... RICONQUISTIAMOLO!


Da oltre 60 anni il 17 novembre è una data di grande valore simbolico per gli studenti: in quella data, infatti, centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti nel 1939.

Ma il 17 novembre è anche il giorno in cui gli studenti greci furono massacrati dai carri armati del regime ad Atene nel ’73.

Ed è infine il giorno in cui, ancora in Cecoslovacchia, il regime comunista represse duramente gli studenti che si opponevano al regime.

L’assemblea mondiale di Bombay del World Social Forum decise nel 2004 di ripristinare questa data della memoria e di renderla un momento importante di mobilitazione studentesca.

Oggi come ieri continuamo a mobilitarci!

Ecco la piattaforma:

IL FUTURO E’ ADESSO, RICONQUISTIAMOLO!

17 novembre giornata mondiale per il diritto allo studio.

Siamo studenti e studentesse a cui è stato promesso un futuro inesistente.

Il sogno di un’intera generazione è stato demolito: nel nostro paese istruzione e formazione non garantiscono un futuro.

La crisi globale si espande, i paesi europei investono sull’unica possibilità di ripresa: l’istruzione, la formazione, la ricerca, i saperi.

L’Italia continua a perseverare un piano anticrisi miope, che non guarda a chi la crisi la paga ogni giorno, perdendo il lavoro, entrando in cassa integrazione, riducendosi a lavorare in un call center dopo avere studiato per anni, non potendosi permettere di pagare gli studi.

La politica scellerata di questo governo fa della crisi un alibi.

Alibi per portare avanti un sistema che proprio dalla crisi è stato dichiarato fallimentare, che continua a far crescere il baratro fra i pochi ricchi di questo mondo e i poveri, sempre di più e in condizioni sempre peggiori.

Mentre in Italia assistiamo inermi ad un presidente del consiglio omofobo, sessista, colluso con la mafia, pedofilo che ha oltrepassato i limiti dell’indecenza, accompagnato da un governo razzista, autoritarista e populista, i nostri coetanei europei hanno deciso di non pagare la crisi, di ribellarsi, di bloccare i propri paesi per gridare la loro rabbia. È successo in Grecia, sta succedendo in Francia.

I nostri coetanei francesi in queste settimane stanno bloccando la Francia per non permettere al governo di affrontare la crisi penalizzando i più deboli, dividendo il paese, innalzando l’età pensionabile.

In Italia gli studenti scendono in piazza perché si muore sotto le macerie di edifici scolastici fatiscenti, perché cancellano le borse di studio, perché ci costringono a studiare in classi da 35 alunni, perché vogliono privatizzare gli atenei, perché i temi e i modi di ciò che ci insegnano non hanno niente a che fare con ciò che viviamo fuori dalle mura delle nostre scuole, rendendo il nostro diritto allo studio inaccessibile e il nostro percorso scolastico angosciante e privo di significato.

Scendiamo in piazza perché un ministro che ha fatto carriera con raccomandazioni e sotterfugi, continua a voler propinare al paese un progetto riformatore e di cambiamento basato sul merito e il rigore, fatto di 5 in condotta, di prestiti d'onore, di limite di assenze, di didattica e ricerca indirizzati da privati, di rimandati e bocciature, che, oltre gli spot, sta letteralmente portando al collasso i nostri atenei e le nostre scuole, eliminando tutte le risorse, cancellando di fatto l'istruzione pubblica dal nostro Paese.

In un Paese civile, anche attraversato da una crisi economica, uno studente viene considerato come una risorsa per il futuro.

Gli vengono forniti gli strumenti per crescere e dimostrare ciò che è, strutture scolastiche adeguate ad una formazione critica e rapportata al mondo esterno, borse di studio per permettergli di dedicarsi a tempo pieno agli studi universitari, un'offerta formativa che porti alla sua piena realizzazione perché possa mettere le sue conoscenze, le sue competenze e le sue capacità al servizio della società, attraverso un mondo del lavoro che lo accolga come valore aggiunto, implementando le competenze e le conoscenze acquisite negli anni.

Tutto questo significa prospettive di futuro, investimenti, sostegno ai giovani.

Scendiamo in piazza il 17 Novembre perché vogliamo un Paese civile, dove le priorità non sono la vita privata del Presidente del Consiglio ma le prospettive di futuro per un Paese dilaniato da una crisi economica. Abbiamo il diritto di guardare avanti, invece ci viene negata la possibilità di pensare al futuro.

Questo Governo sta facendo una scelta che ci porta indietro di decenni, portando avanti politiche sul diritto allo studio che guardano solo al futuro di pochi giovani provenienti da famiglie abbienti tagliando sul presente di tanti giovani e studenti che usufruiscono di sussidi dello Stato per potersi dedicare al proprio percorso formativo e alle proprie capacità.

Il nostro Paese ha bisogno di guardare alla conoscenza oltre la crisi, ha bisogno di una riforma complessiva dell'Università per superarne i mali e eliminare gli interessi particolari che ne affliggono le potenzialità, non una riforma fatta di spot che avvicina gli atenei agli interessi privati e li allontana dagli studenti e dall'interesse pubblico e sociale; di una copertura totale delle borse di studio per gli aventi diritto, garantendo a tutti la possibilità di mostrare le proprie capacità, non un taglio del 90% delle borse come contenuto nella legge finanziaria e la traduzione del diritto allo studio al debito del prestito d'onore come indicato nella riforma Gelmini; il nostro paese ha bisogno di una riforma complessiva del mondo della scuola, che parta dall’abrogazione dell’apprendistato per gli studenti e alla regolamentazione degli stage come momenti di alta formazione, dall’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni e la creazione del biennio unitario, dalle scuole aperte al pomeriggio che diventino centro di cambiamento e innovazione per quartieri, città e persone; di conciliare sapere e saper-fare creando delle scuole che formino cittadini e lavoratori, non manovalanza dequalificata senza diritti ne conoscenze.

Di valorizzare i giovani che intendono proseguire la carriera accademica, di portare gli studenti a guardare alla ricerca come un ambizione alta, di grande impegno e di grandi soddisfazioni, non come un percorso clientelare, in cui si mette a disposizione della società il proprio talento e si riceve in cambio il sacrificio di un futuro stabile.

Vogliamo avere le stesse possibilità dei nostri coetanei europei, di poter vivere e crescere in delle scuole pubbliche e accessibili a tutti, di poter spendere le nostre competenze in un paese che investe e crede nell’importanza dei giovani e dei saperi, di poter entrare in un mondo del lavoro fatto di diritti e non di ricatti, che non vede gli studenti come manovalanza ma che fa dei giovani lavoratori la prima risorsa dell’occupazione e non della disoccupazione.

Vogliamo poter essere studenti, essere giovani, essere cittadini. Vogliamo poter fare qualcosa per raggiungere i nostri sogni.

Non vogliamo più vivere in un Paese in cui milioni di studenti non hanno un futuro, in cui a 14 anni sai già che “non potrai”, non potrai finire gli studi, entrare all’università, lavorare, amare liberamente, avere una famiglia, avere una pensione.

Non potrai spendere nessuna delle cose che apprendi.

È in questo modo che il sapere e la conoscenza perdono significato.

È così che la scuola pubblica, l’università pubblica, la ricerca pubblica si svuotano di senso. È così che stanno distruggendo il nostro presente e dilaniando il nostro futuro.

È così che un’intera generazione viene condannata alla precarietà, precarietà come condizione di vita, di lavoro, di studi, di pensiero.

Vogliamo che finisca la retorica sul nostro futuro e sulle nostre condizioni:

Il nostro futuro è adesso, siamo qui, per riconquistarlo.


LISTA DELLE INIZIATIVE:

BELLUNO: banchetto con sound system in piazza

PADOVA: assemblea pubblica "la suola che vorremmo" – cinema Porto Astra – ore 17

ROVIGO: flash mob

TREVISO: assemblea pubblica "scuola e società: dove stanno andando?" - liceo "A. Canova", aula magna – ore 17.30

VENEZIA: corteo – stazione f.s., Mestre – ore 9

MIRANO: assemblea studentesca – liceo "Majorana – Corner"flash mob

VERONA: flash mob

VICENZA: flash mob

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